Category Archives: Cinema

“Past lives”, un film di Celine Song, la recensione

Past lives (id, Usa, 2023) di Celine Song con Greta Lee, Teo Yoo, John Magaro

Sceneggiatura di Celine Song

Sentimentale, 1h 46′, Lucky Red, in uscita il 14 febbraio 2024

Voto: 7 su 10

Vite passate. Rimosse, immaginate, sognate, mai vissute. La vita è ciò che accade mentre si è intenti a fare altro, direbbe qualcuno; ma è anche scelta consapevole, che porta irrimediabilmente con sé rinunce e, forse, rimpianti. La commediografa statunitense di origine coreana Celine Song, per il suo esordio alla regia cinematografica, si affida all’autobiografismo per indagare le imperturbabili vie dell’esistenza umana, attraverso una delicata parabola sentimentale che, nel corso di 24 anni, riflette insieme ai protagonisti sulle molteplici pieghe che la vita assume a seconda di possibilità e decisioni dettate dalla volontà o, semplicemente, dal destino.

“The Son”, un film di Florian Zeller, la recensione

The Son (Usa/GB/Francia, 2022) di Florian Zeller con Hugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby, Anthony Hopkins, Zen McGrath, Hugh Quarshie, William Hope

Sceneggiatura di Florian Zeller e Christopher Hampton, dall’omonima commedia teatrale di Florian Zeller

Drammatico, 2h 03′, 01 Distribution, in uscita il 9 febbraio 2023

Voto: 8 su 10

Un film riuscito: crudo, emotivamente forte e struggente. Il drammaturgo Florian Zeller traspone personalmente l’ultima delle sue pièce che compongono la trilogia della famiglia, curandone sia la sceneggiatura che la regia. Dopo il bellissimo The Father con Anthony Hopskins e Olivia Colman, che in modo incisivo e sorprendente ci ha raccontato il morbo di Alzheimer, torna a raccontare la famiglia piegata dalla malattia, questa volta rappresentata dalla depressione del figlio.

Venezia79 – Concorso: “Bones and All”, un film di Luca Guadagnino, la recensione

Bones and All (id, Usa, 2022) di Luca Guadagnino con Taylor Russell, Timothée Chalamet, Mark Rylance, André Holland, Chloë Sevigny, Jessica Harper, David Gordon Green, Michael Stuhlbarg, Jake Horowitz

Sceneggiatura di David Kajganich dal romanzo omonimo di Camille DeAngelis

Drammatrico, 2h 10’, Vision Distribution

Voto: 8 su 10

Non ha scelto la strada più facile Luca Guadagnino, il più internazionale dei nostri registi, per la sua prima prova cinematografica in terra statunitense (in realtà il ghiaccio era già stato rotto con la bellissima miniserie tv We are who we are): Bones and All è infatti una storia d’amore on the road tra due giovani cannibali, attraverso i paesaggi più desolati del west americano di epoca reaganiana. Facile (s)cadere, con simili premesse, nell’ovvietà dell’horror di colore o, peggio ancora, nei sospiri stereotipati di un young adult senza sostanza. David Kajganich, nuovamente al servizio di Guadagnino dopo le sceneggiature per A bigger splash e Suspiria, sceglie invece la linea di una delicata introspezione nell’adattare il romanzo omonimo della scrittrice Camille DeAngelis, e offre al regista la possibilità di un’indagine a suo modo struggente sulla ricerca di sé, di un’appartenenza, di quel posto nel mondo in cui sentirsi accettati e al sicuro.

Venezia79 – Concorso: “White Noise”, un film di Noah Baumbach, la recensione

White Noise (id, Usa, 2022) di Noah Baumbach con Adam Driver, Greta Gerwig, Don Cheadle, Raffey Cassidy, Sam Nivola, May Nivola, Jodie Turner-Smith, André L. Benjamin, Lars Eidinger

Sceneggiatura di Noah Baumbach dal romanzo omonimo di Don DeLillo (Einaudi)

Grottesco, 2h 15’, Netflix

Voto: 7½ su 10

Da molti considerato un autore impossibile da trasporre sul grande schermo (ci provò coraggiosamente David Cronenberg col claustrofobico Cosmopolis, nel 2012), e a valide ragioni: la meta-narrativa di Don DeLillo non ricerca tanto la storia in sé quanto i processi di costume che hanno trasformato la nostra epoca, in un corto circuito tra allegoria ed enigmistica socio-economica nel quale è facile perdere il tracciato, ma che mai può dirsi banale. Rumore bianco, una feroce satira pseudo-apocalittica sull’american dream ormai fatto a pezzi dal consumismo caduco degli anni Ottanta, è tra i suoi romanzi più celebri e complessi, qualche anno fa già nelle mire del regista Barry Sonnenfeld per un progetto presto naufragato, e ora tradotto in immagini dal re del mumblecore statunitense Noah Baumbach, che ne consegna una visione figlia dei recenti trascorsi pandemici mondiali.

Venezia78 – Giornate degli Autori: “Il silenzio grande”, un film di Alessandro Gassmann, la recensione

Il silenzio grande (Italia/Polonia, 2021) di Alessandro Gassmann con Massimiliano Gallo, Margherita Buy, Marina Confalone, Antonia Fotaras, Emanuele Linfatti

Sceneggiatura di Andrea Ozza, Maurizio De Giovanni e Alessandro Gassmann, tratta dalla pièce teatrale omonima di Maurizio De Giovanni

Drammatico, 1h 46’, Vision Distribution, in uscita il 16 settembre 2021

Voto: 5½ su 10

La vendita della grande casa di famiglia è un topos letterario e cinematografico che non ha mai smesso di esercitare il suo angoscioso ascendente sul pubblico. Spesso cuore pulsante di complesse vicende private e di scontri generazionali, il distacco dalla magione è vissuto al pari di un lutto, un’esperienza catartica che si fa metafora di fine e rinascita. Recentemente, ne aveva fornito un bell’esempio la nostra Valeria Bruni Tedeschi nell’autobiografico Un castello in Italia, da lei scritto, diretto e interpretato. Con Il silenzio grande, invece, è un altro nome di illustre genìa, Alessandro Gassmann, a misurarsi con i toni intimisti che l’argomento impone, e chissà se nelle incomprensioni padre-figlio della trama sia corretto scorgere i conflitti con papà Vittorio.

Venezia78 – Concorso: “Il collezionista di carte”, un film di Paul Schrader, la recensione

Il collezionista di carte (The Card Counter, Usa, 2021) di Paul Schrader con Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan, Willem Dafoe, Ekaterina Baker

Sceneggiatura di Paul Schrader

Drammatico, 1h 52’, Lucky Red, in uscita il 3 settembre 2021

Voto: 7½ su 10

La filmografia del grande Paul Schrader si arricchisce di un nuovo personaggio, interpretato splendidamente da Oscar Isaac, utile a rimarcare ancora una volta il punto di vista pessimistico e profondamente disilluso dell’autore sui concetti di destino e redenzione. Il collezionista di carte, solo apparentemente un film sul gioco d’azzardo, è una vera e propria parabola, tra il filosofico e il cristologico, su un uomo sospeso in un limbo: alle sue spalle c’è un passato traumatico, davanti a sé un futuro di espiazione, ma solo a fronte di altra violenza.

“Reminiscence – Frammenti dal passato”, un film di Lisa Joy, la recensione

Frammenti dal passato – Reminiscence (Reminiscence, Usa, 2021) di Lisa Joy con Hugh Jackman, Rebecca Ferguson, Thandie Newton, Cliff Curtis, Daniel Wu, Angela Sarafyan, Natalie Martinez, Marina de Tavira, Brett Cullen

Sceneggiatura di Lisa Joy

Fantascienza, 1h 56’, Warner Bros., in uscita il 26 agosto 2021

Voto: 5½ su 10

Parte subito con la voce fuori campo roca e tormentata del protagonista, sorta di investigatore privato che scandaglia i ricordi dei suoi clienti in cerca di tracce nascoste, questo esordio alla regia di Lisa Joy, già co-creatrice del serial Westworld – a sua volta ricavato dal classico Il mondo dei robot di Michael Crichton – nonché cognata di Christopher Nolan, tanto per mettere in chiaro un tratto famigliare che, in senso strettamente cinematografico, deve molto se non tutto al genere fantascientifico. Reminiscence non fa eccezione, anche se l’ambientazione distopica in una Miami ormai allagata a causa del riscaldamento globale è solo la cornice per una racconto che ha al suo interno tutti gli elementi di un noir d’annata.

Venezia78 – Concorso: “Qui rido io”, un film di Mario Martone, la recensione

Qui rido io (Italia, 2021) di Mario Martone, con Toni Servillo, Maria Nazionale, Eduardo Scarpetta, Cristiana dell’Anna, Gianfelice Imparato, Lino Musella, Iaia Forte

Sceneggiatura di Mario Martone e Ippolita di Majo

Biografico, 2h 12’, 01Distribution, in uscita il 9 settembre 2021

Voto: 8 su 10

Un bel film. Nulla da eccepire a quest’ultimo lavoro di Mario Martone che torna a lavorare sui temi del Teatro, con la T maiuscola, che gli si addicono a pieno titolo, essendo lui stesso un esponente importante del nostro teatro Italiano. Come nel suo bel Teatro di guerra del 1998, Martone sviscera tutto il suo amore per l’arte del palcoscenico, omaggiando una famiglia davvero importante di teatranti, capocomici e, soprattutto, autori: quasi verrebbe da usare il termine dinastia. Perché sono riusciti a tramandarsi l’arte per decenni, raggiungendo vette d’eccellenza che hanno permesso, soprattutto alla drammaturgia italiana, di farsi conoscere in tutto il mondo (Eduardo De Filippo su tutti).

“Fuga a Parigi – French Exit”, un film di Azazel Jacobs, la recensione

Fuga a Parigi (French Exit, Canada/Irlanda/GB, 2020) di Azazel Jacobs con Michelle Pfeiffer, Lucas Hedges, Tracy Letts, Valerie Mahaffey, Imogen Poots, Danielle Macdonald, Isaach De Bankolé, Daniel Di Tomasso

Sceneggiatura di Patrick deWitt, dal suo romanzo omonimo (2018)

Commedia, 1h 50’,  da aprile 2021 in VOD

Voto: 6 su 10

“Il mio piano era morire prima che finissero i soldi e invece ho continuato e continuo a non morire, ed eccomi qua”. Il proverbiale fatalismo mortifero al quale da secoli si aggrappa la classe dirigente americana è racchiuso in un’unica, lapidaria battuta di sconfitta. A pronunciarla è Frances Price, una matura socialité newyorkese ridotta al lastrico dopo la morte del marito e il conseguente pignoramento delle proprietà da parte della banca. Sembrerebbe un cliché abusato, se non fosse che la vedova è interpretata da Michelle Pfeiffer e lo script firmato dal canadese Patrick deWitt (I fratelli Sister), abile nel rivestire di modernità temi e generi classici, che riadatta per il grande schermo il suo romanzo omonimo. E il film, French Exit – tradotto per l’Italia in Fuga a Parigi – è quello che avrebbe dovuto rilanciare la sua splendida protagonista nella stagione dei premi: presentata al 58esimo New York Film Festival e distribuita in patria in piena pandemia (da noi direttamente in streaming), la pellicola non ha raccolto, se non il successo, neppure l’interesse sperato, con grande scherno delle speranze che la Pfeiffer aveva riposto in questo ormai raro ruolo di primo piano.

“The Father”, un film di Florian Zeller, la recensione

The Father – Nulla è come sembra (The Father, GB/Francia, 2020) di Floria Zeller con Anthony Hopkins, Olivia Colman, Rufus Sewell, Imogen Poots, Olivia Williams, Evie Wray, Mark Gatiss

Sceneggiatura di Florian Zeller e Christopher Hampton, dall’omonima pièce teatrale di Florian Zeller

Drammatico, 1h 38’, BiM, in uscita il 20 maggio 2021

Voto: 8 su 10

Il cinema contemporaneo non di rado ha raccontato la malattia mentale degenerativa, in particolar modo il morbo di Alzheimer, forse una delle forme più tragiche di abbandono che si possano immaginare. In Italia è stato Pupi Avati, con commovente dolcezza, ad affrontarla in Una sconfinata giovinezza con Fabrizio Bentivoglio, mentre è Julie Christie l’indimenticabile protagonista che si abbandona alle nebbie della memoria nel gioiello di Sarah Polley Away from her; più di recente, Michel Haneke e la grande coppia Trintignant-Riva con il devastante Amour, e ancora Still Alice, dove una magnifica Julianne Moore ci faceva vivere ogni attimo di una drammatica presa di coscienza. Ma ce ne sono molti altri. Ognuno di questi film affronta la patologia assecondando un punto di vista, un’angolazione, una predisposizione di volta in volta differente eppur comune a chiunque abbia avuto la sfortuna di confrontarsi con questo male.