“Tutta colpa di Freud”, commedia romantica tagliata per il successo

Tutta colpa di Freud (Italia, 2013) di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Vittoria Puccini, Anna Foglietta, Claudia Gerini, Alessandro Gassman, Vinicio Marchioni, Laura Adriani, Daniele Liotti, Paolo Calabresi, Edoardo Leo, Giulia Bevilacqua, Gianmarco Tognazzi, Maurizio Mattioli, Fiammetta Cicogna, Francesco Apolloni, Dodi Conti, Antonio Manzini

Soggetto di Paolo Genovese, Leonardo Pieraccioni, Paola Mannini, sceneggiatura di Paolo Genovese dal suo romanzo omonimo (ed. Mondadori)

Commedia, 2h, Medusa Film, in uscita il 23 gennaio 2014

Voto: 6 su 10

Il cinema italiano di successo ha il volto di Paolo Genovese (e di Luca Miniero, non a caso suo compare nel delizioso esordio comune Incantesimo napoletano), ormai una garanzia per quel che riguarda un certo tipo di commedia soffice e inoffensiva, ricetta evidentemente collaudata al punto da spingere la Medusa a investire ben sei milioni di euro per la realizzazione di quest’ultimo Tutta colpa di Freud, girotondo sentimentale che sogna Woody Allen ma che si accontenta anche dell’ultimo Garry Marshall o, perché no, di languori d’epoca alla Jean Negulesco (chi si ricorda il classico Tre soldi nella fontana?).

49922Il film, trasposizione del romanzo omonimo scritto dallo stesso Genovese, è la storia di un analista romano cinquantenne e single (Giallini) alle prese con tre figlie sentimentalmente complicate. La prima, Sara (Foglietta), è gay , mollata di fresco dalla fidanzata, che sceglie di diventare eterosessuale; la seconda, Marta (Puccini), è una romantica libraia che si invaghisce di un cleptomane sordomuto e pure permaloso (Marchioni); la terza, Emma (Adriani), è una diciottenne che da poco vive una storia d’amore con un architetto (Gassman), coetaneo del padre e marito della bella sconosciuta (Gerini) che il nostro analista incontra ogni mattina.

I soldi in ballo hanno permesso di portare a frutto un prodotto che non ha nulla da invidiare alle più scintillanti confezioni americane dello stesso genere. Location da cartolina, partendo da una New York celestiale fino ai più dolci vicoli romani, con apice emozionale al Teatro dell’Opera, e un profluvio di musica pop internazionale a far da spola al singolo di Daniele Silvestri approntato per l’occasione. Poi abiti tanto carini e arredi familiari, comparsate simpatia e giusto quel tanto di piccantino che non faccia gridare alla volgarità.

tutta-colpa-di-freudQuesto è Tutta colpa di Freud, un prodotto tagliato per il successo. Il resto è un copione drammaturgicamente stiracchiato, con una psicanalisi da supermercato e un intreccio di destini forzato e surreale, benché funzionale al fine ultimo dell’operazione, fare una commedia romantica che possa strappare qua e la qualche risata. Tutto sommato è una gradevole amenità, sorretta da interpretazioni brillanti – tutte – e presenze sceniche da rivalutare: Anna Foglietta, nell’ennesima lesbica della sua carriera, è più bella di Keira Knightley, Vittoria Puccini ha la luce dei ritratti preraffaeliti.

Giuseppe D’Errico

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