“Lo sguardo di Satana – Carrie”, remake edulcorato ma lo spettacolo c’è

Lo sguardo di Satana – Carrie (Carrie, Usa, 2013) di Kimberly Peirce, con Chloë Grace Moretz, Julianne Moore, Judy Greer, Portia Doubleday, Alex Russell, Gabriella Wilde, Ansel Elgort, Hart Bochner

Sceneggiatura di Roberto Aguirre-Sacasa, dal romanzo “Carrie” di Stephen King (ed. Bompiani)

Horror, 1h 41′, Warner Bros. Pictures Italia, in uscita il 16 gennaio 2014

Voto: 6½ su 10

I remake sono sempre rischiosi, e l’impresa appare particolarmente disperata quando ci si ritrova a doversi misurare con film che hanno fatto la storia e segnato un’epoca, come è il caso di Carrie, diretto da Brian De Palma nel 1976 e ispirato all’omonimo romanzo di Stephen King, che faticò ad apprezzare una riduzione così cinica e gustosamente pop. Si prende l’onere del confronto la regista Kimberly Peirce, avvezza ai disagi giovanili dai tempi del suo esordio con Boy’s Don’t Cry, per il quale una straordinaria Hilary Swank androgina vinse il suo primo Oscar.

lo-sguardo-di-satana-carrie-trailer-italiano-definitivo-e-nuova-data-di-uscitaEmarginata dai coetanei, goffa e inconsapevole, la diciassettenne Carrie White (Moretz) diventa il caso della scuola quando, alla vista del sangue delle sue prime mestruazioni, esplode in una scenata isterica nelle docce della palestra, tra la derisione delle compagne. La ragazza, infatti, è stata cresciuta dalla madre Margaret (Moore) secondo una rigidissima impostazione fanatico-cattolica che ne ha compromesso ogni tipo di sicurezza. Nessuno immagina, però, che Carrie è dotata di poteri telecinetici, che si scateneranno in tutta la loro furia la sera del ballo scolastico di fine anno, dopo l’ultimo, fatale scherzo ai suoi danni.

Ogni paragone con l’originale di De Palma non sussiste, sebbene il rifacimento della Peirce appaia ben più fedele al libro di riferimento rispetto al predecessore. E sta proprio qui l’inghippo: seguendo pedissequamente le pagine di King, la sceneggiatura di Roberto Aguirre-Sacasa (che viene dai serial tv Big Love e Glee) appiattisce tutte le profondità psicologiche del cult movie del 1976, che rappresentava Carrie come una vittima della società, incapace di controllare le forze paranormali a sua disposizione, tanto che queste agiscono senza alcun controllo. Al contrario, la nuova Carrie è un’eroina che maneggia i suoi poteri con grande spavalderia, ma in questo modo la terribile vendetta che il personaggio merita di attuare ne risulta irrimediabilmente edulcorata. La regista, dal canto suo, non fa a meno di riproporre l’iconografia tipica della storia, aggiornandola a ai tempi dei social network, ma le concessioni al teen movie spesso stonano col tono opprimente del versante drammatico.

1146139 - CARRIETuttavia, Lo sguardo di Satana – Carrie non è un fallimento completo. La capacità di coinvolgimento è indubbia e il packaging sempre di altissimo livello (musiche di Marco Beltrami). Chloë Grace Moretz paga la semplificazione di scrittura del ruolo e, seppur brava, non può competere con la sepolcrale interpretazione di Sissy Spacek, alla quale bastava uno sguardo obliquo per rendersi memorabile. Al contrario, Julianne Moore si dimostra una Margaret White strepitosa e realmente terrificante.

Giuseppe D’Errico


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