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“Lei – Her”, divertente e toccante, la natura troppo umana di un amore artificiale

Lei – Her (Her, Usa, 2013) di Spike Jonze, con Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde, Chris Pratt, Portia Doubleday, Sam Jaeger

Sceneggiatura di Spike Jonze

Commedia, 1h 49′, BiM Distribuzione, in uscita il 13 marzo 2014

Voto: 10 su 10

VIII Festival Internazionale del Film di Roma – In Concorso

Una storia d’amore di Spike Jonze. Qualcuno ricorderà uno sciocco film del 1984 diretto da Steve Barron, Electric Dreams, in cui un architetto impacciato, per corteggiare una bella violoncellista, si affida ai suggerimenti del suo computer, cui un collasso tecnico ha donato sentimenti umani: l’apparecchio è un fine dicitore, esperto musicista e anche assai geloso. O ancora, quello sfortunato esperimento meta-cyber-cinematografico firmato da Andrew Niccoll, S1m0ne, in cui il regista Al Pacino crea l’attrice perfetta con un software. Her, l’ultimo film dall’autore di Essere John Malckovich, presentato in concorso al Festival di Roma e già premiato con l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale, li riporta alla mente ma li sovrasta immediatamente, con un carico di riflessioni profondissime che uniscono la poesia all’incanto.

“Lo sguardo di Satana – Carrie”, remake edulcorato ma lo spettacolo c’è

Lo sguardo di Satana – Carrie (Carrie, Usa, 2013) di Kimberly Peirce, con Chloë Grace Moretz, Julianne Moore, Judy Greer, Portia Doubleday, Alex Russell, Gabriella Wilde, Ansel Elgort, Hart Bochner

Sceneggiatura di Roberto Aguirre-Sacasa, dal romanzo “Carrie” di Stephen King (ed. Bompiani)

Horror, 1h 41′, Warner Bros. Pictures Italia, in uscita il 16 gennaio 2014

Voto: 6½ su 10

I remake sono sempre rischiosi, e l’impresa appare particolarmente disperata quando ci si ritrova a doversi misurare con film che hanno fatto la storia e segnato un’epoca, come è il caso di Carrie, diretto da Brian De Palma nel 1976 e ispirato all’omonimo romanzo di Stephen King, che faticò ad apprezzare una riduzione così cinica e gustosamente pop. Si prende l’onere del confronto la regista Kimberly Peirce, avvezza ai disagi giovanili dai tempi del suo esordio con Boy’s Don’t Cry, per il quale una straordinaria Hilary Swank androgina vinse il suo primo Oscar.