Tag Archives: Michael K. Williams

“Assassin’s Creed”, un film di Justin Kurzel, la recensione

Assassin’s Creed (id, Usa, 2016) di Justin Kurzel con Michael Fassbender, Marion Cotillard, Jeremy Irons, Charlotte Rampling, Brendan Gleeson, Michael K. Williams, Denis Menochet, Callum Turner

Sceneggiatura di Michael Lesslie, Adam Cooper, Bill Collage, dall’ omonima saga di videogiochi della Ubisoft

Fantasy, 1h 56’, 20th Century Fox, in uscita il 4 gennaio 2017

Voto: 4 su 10

Che strazio i film tratti dai videogiochi! Potranno forse divertire i fan del joystick, ma il resto del pubblico griderà allo scandalo prima di crollare nel sonno più profondo. Neanche i due terribili capitoli della saga di Tomb Raider, con la non ancora ambasciatrice umanitaria Jolie nei pochi panni dell’archeologa Lara Croft, raggiungevano le vette di ridicolo toccate da Assassin’s Creed, attesissima e seriosissima trasposizione cinematografica dell’omonimo videogioco, diretto dall’australiano Justin Kurzel, già macchiatosi, l’anno scorso, di una riproposta senza causa del Macbeth di Shakespeare.

“Codice 999”, il neo-noir e i suoi stilemi in un film dimenticabile

Codice 999 (Triple Nine, Usa, 2016) di John Hillcoat con Casey Affleck, Chiwetel Ejiofor, Aaron Paul, Kate Winslet, Woody Harrelson, Anthony Mackie, Clifton Collins jr, Norman Reedus, Teresa Palmer, Michael K. Williams, Gal Gadot

Sceneggiatura di Matt Cook

Thriller, 2h 05′, M2 Pictures, in uscita il 21 aprile 2016

Voto: 6 su 10

Manderà in orbita i non pochi amanti del gangster movie, genere riveduto e corretto secondo i canoni brutali del cinema contemporaneo, questo nuovo film diretto dal regista di The Road John Hillcoat. Forte di un cast altisonante e di un confezionamento d’impatto, Codice 999 (ossia il segnale radio della polizia per indicare un uomo colpito a terra) segna anche una nuova tappa del neo-noir, di gran moda dopo l’exploit di Scorsese con The Departed e declinato, negli ultimissimi tempi, secondo le più fosche traiettorie della corruzione umana.

“Vizio di forma”, Anderson per Pynchon è un delirio d’autore

Vizio di forma (Inherent Vice, Usa, 2014) di Paul Thomas Anderson, con Joaquin Phoenix, Katherine Waterston, Josh Brolin, Reese Witherspoon, Owen Wilson, Benicio Del Toro, Martin Short, Maya Rudolph, Jena Malone, Joanna Newsom, Eric Roberts, Serena Scott Thomas, Martin Donovan, Sasha Pieterse, Michael K. Williams

Sceneggiatura di Paul Thomas Anderson, dal romanzo omonimo di Thomas Pynchon (ed Einaudi)

Grottesco, 2h 28′, Warner Bros. Entertainment Italia, in uscita il 26 febbraio 2015

Voto: 7 su 10

Si definisce “vizio di forma” un difetto che tradisce un ordine prescritto, rendendo di fatto nullo il referente. Vizio di forma è anche il titolo del romanzo di Thomas Pynchon, dal quale è tratto questo omonimo settimo lavoro di Paul Thomas Anderson, forse l’unico degli ultimi grandi autori americani capaci di raccontare ancora la terra delle illusioni in tutta la sua contraddittorietà. Il regista di Boogie Nights e Magnolia traduce in immagini un intraducibile letterario dal quale chiunque ne sarebbe uscito con le ossa rotte. Non è questo il caso, eppure il film non può dirsi riuscito.

“12 anni schiavo”, l’estetica non incontra l’etica, la schiavitù paga

12 anni schiavo (12 Years a Slave, Usa, 2013) di Steve McQueen, con Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Lupita Nyong’o, Sarah Paulson, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Garrett Dillahunt, Alfree Woodard, Paul Giamatti, Brad Pitt, Scott McNairy, Adepero Oduye, Michael K. Williams

Sceneggiatura di John Ridley, dall’autobiografia “Twelve years a slave. Narrative of Solomon Northup, a citizen of New-York, kidnapped in Washington city in 1841, and rescued in 1853, from a cotton plantation near the Red River in Louisiana” di Solomon Northup

Drammatico, 2h 15′, BiM Distribuzione, in uscita il 20 febbraio 2014

Voto D’Errico: 7 su 10
Voto Ozza: 6 su 10

Il film di cui tutti parlano ma che in pochi hanno messo in discussione. La critica americana è andata in visibilio (9 le candidature agli imminenti Oscar e innumerevoli i premi già vinti) per quest’ennesimo mea culpa sullo schiavismo in terra yankee di metà Ottocento, preferendolo (non ci voleva poi molto) all’analogo The Butler di Lee Daniels. Alla regia l’enfant prodige Steve McQueen, inglese con un passato di artista e reduce dalla reclusione mistica di Hunger (2008) e dai gorghi della dipendenza sessuale di Shame (2011), due film scomodi e acclamati in tutto il mondo.

“RoboCop”, né carne né pesce, tutto sommato il remake diverte

RoboCop (id, Usa, 2014) di José Padilha, con Joel Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Michael Keaton, Jennifer Ehle, Jackie Earle Haley, Samuel L. Jackson, Michael K. Williams, Jay Baruchel, Patrick Garrow, Marienne Jean Baptiste

Sceneggiatura di Joshua Zetumer, Edward Neumeier, Michael Miner

Fantascienza, 2h, Warner Bros. Pictures Italia, in uscita il 6 febbraio 2014

Voto: 6 su 10

Che cosa succede quando un talentuoso regista di nicchia si cimenta con un blockbuster hollywoodiano? Succede che il risultato finale non è né carne né pesce, e rischia di scontentare sia il pubblico cinefilo che quello affamato di intrattenimento. È il caso di questo remake di RoboCop del brasiliano José Padilha, Orso d’Oro a Berlino per Tropa de Elite, il cui celebre originale del 1987 decretò il successo in suolo statunitense dell’olandese Paul Verhoeven, noto prima di allora per alcune spaventose pellicole a base di sesso e sangue.