Tag Archives: Good Films

“Romeo and Juliet”, Carlei senza scopo per gli amanti in chiave fantasy

Romeo and Juliet (id, GB/Italia, 2013) di Carlo Carlei con Douglas Booth, Hailee Steinfeld, Paul Giamatti, Damian Lewis, Natascha McElhone, Laura Morante, Stellan Skarsgard, Thomas Arana, Kodi Smith-McPhee

Sceneggiatura di Julian Fellowes

Sentimentale, 1h 58′, Good Films, in uscita il 12 febbraio 2015

Voto: 5 su 10

Diciamo subito che dell’ennesima trasposizione cinematografica degli amanti sfortunati di William Shakespeare nessuno sentiva il bisogno. Aggiungiamoci pure che il film era bloccato nei magazzini della Good Films da quasi due anni, e che dall’uscita nel weekend di San Valentino, in concomitanza con l’avvento della corazzata Cinquanta sfumature di grigio, non ne trarrà affatto giovamento. Ci hanno creduto tutti poco in questo Romeo and Juliet, ritorno al cinema internazionale di Carlo Carlei dopo alcune fiction tv di grande successo popolare. Men che tutti Carlei stesso, che si è ritrovato tra le mani la più grande storia d’amore mai raccontata, senza premurarsi di riportarla in scena con uno scopo.

“Still Alice”, l’oblio dell’Alzheimer con una straordinaria Julianne Moore

Still Alice (id, Usa, 2014) di Richard Glatzer e Wash Westmoreland con Julianne Moore, Kristen Stewart, Alec Baldwin, Kate Bosworth, Hunter Parrish

Sceneggiatura di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, dal romanzo omonimo di Lisa Genova

Drammatico, 1h 39′, Good Films, in uscita il 22 gennaio 2015

Voto: 7½ su 10

Nel dicembre del 2011, ai registi Richard Glatzer e Wash Westmoreland (coppia di fatto anche nella vita: sono quelli del piccolo cult del Sundance 2006 Non è peccato) venne offerta la possibilità di misurarsi con il romanzo di Lisa Genova intitolato “Still Alice”, incentrato su una brillante insegnante universitaria di linguistica che, a cinquant’anni, viene colpita da una rara forma di sindrome di Alzheimer. Per un crudele scherzo del destino, allo stesso Glatzer era stata diagnosticata da poco la SLA. Due malattie diverse e quasi agli antipodi tra loro, perché la prima devasta la mente e risparmia il corpo, al contrario della seconda che blocca il fisico ma non l’intelletto, ma entrambe accomunate dall’irreversibilità e dall’isolamento dal mondo esterno.

“Mommy”, l’universo Dolan in un indimenticabile ritratto di famiglia

Mommy (id, Francia, 2014) di Xavier Dolan con Anne Dorval, Antoine-Olivier Pilon, Suzanne Clément, Patrick Huard, Alexandre Goyette, Michele Lituac

Sceneggiatura di Xavier Dolan

Drammatico, 2h 19′, Good Films, in uscita il 4 dicembre 2014

Voto: 9 su 10

Un talento fuori dal comune quello di Xavier Dolan, venticinquenne autore franco-canadese con già cinque film all’attivo (l’esordio a 19 anni con J’ai tué ma mère venne subito premiato a Cannes, mentre il precedente Tom à la ferme era in concorso a Venezia 70) e ancora mai distribuito sul mercato nazionale italiano. Fino a Mommy, sua ultima opera che, dopo il riconoscimento ufficiale della giuria all’ultimo Festival di Cannes (ex-aequo con un maestro come Godard), arriva nelle nostre sale grazie all’interesse della raffinata Good Films. 

“Sils Maria” di Olivier Assayas, metacinema cerebrale about Juliette

Sils Maria (Clouds of Sils Maria, Francia/Germania/Usa/Svizzera, 2014) di Olivier Assayas con Juliette Binoche, Kristen Stewart, Chloë Grace Moretz, Lars Eidinger, Johnny Flynn, Brady Corbett

Sceneggiatura di Olivier Assayas

Drammatico, 2h 04′, Good Films, in uscita il 6 novembre 2014

Voto: 6½ su 10

Quando si ha voglia di parlare di nuovo cinema francese in termini lusinghieri, uno dei nomi che subito balzano all’attenzione è quello di Olivier Assayas, autore originale e mai scontato, responsabile di alcuni dei risultati più alti delle recenti produzioni d’oltralpe, non ultimo il nostalgico Qualcosa nell’aria, visto a Venezia 69. Con Clouds of Sils Maria, in concorso all’ultimo Festival di Cannes, il regista porta alle estreme conseguenze una dialettica cinematografica al femminile tra attore e personaggio che, già più volte raccontata al cinema (il caso più celebre resta Eva contro Eva di Mankiewicz), termina qui in un corto circuito psicanalitico estremamente freddo.

RomaFF9: “Black and White” di Mike Binder, sezione Gala

Black and White (id, Usa, 2014) di Mike Binder con Kevin Costner, Octavia Spencer, Jillian Estell, Bill Burr, Jennifer Ehle, Mpho Koaho, André Holland, Anthony Mackie, Gillian Jacobs

Sceneggiatura di Mike Binder

Drammatico, 2h 04′, Good Films, in sala prossimamente

Voto: 6 su 10

Non stupisce che Kevin Costner, dopo un periodo non proprio felice dal punto di vista artistico, abbia abbracciato con tutte le sue forze le sorti di un progetto come Black and White. A nove anni di distanza da Litigi d’amore, il divo americano torna a lavorare con lo sceneggiatore e regista Mike Binder in un legal dramedy dalle tematiche profondamente radicate nella cultura statunitense e, pertanto, anche estremamente classiche, esattamente come quel cinema dei padri in cui più volte lo si è visto impegnato nei panni dell’eroe che agisce in difesa del debole.

RomaFF9: “Still Alice” di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, sezione Gala

Still Alice (id, Usa, 2014) di Richard Glatzer e Wash Westmoreland con Julianne Moore, Kristen Stewart, Alec Baldwin, Kate Bosworth, Hunter Parrish

Sceneggiatura di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, dal romanzo omonimo di Lisa Genova

Drammatico, 1h 39′, Good Films, in uscita prossimamente

Voto: 7½ su 10

Nel dicembre del 2011, ai registi Richard Glatzer e Wash Westmoreland (coppia di fatto anche nella vita: sono quelli del piccolo cult del Sundance 2006 Non è peccato) venne offerta la possibilità di misurarsi con il romanzo di Lisa Genova intitolato “Still Alice”, incentrato su una brillante insegnante universitaria di linguistica che, a cinquant’anni, viene colpita da una rara forma di sindrome di Alzheimer. Per un crudele scherzo del destino, allo stesso Glatzer era stata diagnosticata da poco la SLA. Due malattie diverse e quasi agli antipodi tra loro, perché la prima devasta la mente e risparmia il corpo, al contrario della seconda che blocca il fisico ma non l’intelletto, ma entrambe accomunate dall’irreversibilità e dall’isolamento dal mondo esterno.

“Incompresa”, Asia in una non-biografia di disarmante sincerità

Incompresa (Italia, 2014) di Asia Argento, con Giulia Salerno, Gabriel Garko, Charlotte Gainsbourg, Carolina Poccioni, Anna Lou Castoldi, Justin Pearson, Max Gazzé, Gianmarco Tognazzi, Andrea Pittorino, Riccardo Russo

Sceneggiatura di Asia Argento e Barbara Alberti

Drammatico, 1h 43′, Good Films, in uscita il 5 giugno 2014

Voto: 6½ su 10

A qualcuno piace Cannes. Per la precisione ad Asia Argento, che ha presentato – con discreto successo – nel concorso collaterale Un certain regard dell’appena trascorsa kermesse francese, la sua ultima fatica registica, Incompresa, a dieci anni dal precedente Ingannevole è il cuore più di ogni altra cosa e a due dal Dracula 3D di papà Dario. Non un film autobiografico, tiene a precisare, ma che trova ispirazione all’interno della vita della sua autrice. 

“Locke”, esercizio di tecnica e scrittura con un mirabile Tom Hardy

Locke (id, GB, 2013) di Steven Knight con Tom Hardy, Ruth Wilson, Olivia Colman, Andrew Scott, Tom Holland

Sceneggiatura di Steven Knight

Drammatico, 1h 25′, Good Films, in uscita il 30 aprile 2014

Voto: 7½ su 10

Scritto benissimo e straordinariamente interpretato, Locke è il titolo più applaudito dell’ultimo Festival di Venezia, dove è stato presentato, tra le polemiche post-visione, fuori concorso (e, a lunga distanza, riflettiamo: fosse stato in competizione, avrebbe vinto qualcosa? Dati i premiati, con ogni probabilità no). Seconda prova registica, dopo l’action-noir con Jason Statham Redemption, di un acclamato sceneggiatore (Piccoli affari sporchi di Frears e La promessa dell’assassino di Cronenberg), il film è l’into the night in tempo quasi reale e dalle forti valenze psicologiche, di Ivan Locke (Tom Hardy), operaio edile al volante per raggiungere l’ospedale dove l’errore di una sera sta per partorire suo figlio.

“Nymphomaniac – Vol. II”, cinema di provocazione fiacco e banale

Nymphomaniac – Vol. II (Nymfomanen, Danimarca/ Germania/ Francia/ Belgio, 2013) di Lars von Trier con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Connie Nielsen, Christian Slater, Uma Thurman, Udo Kier, Willem Dafoe, Jean-Marc Barr, Sophie Kennedy Clark, Mia Goth, Jens Albinus, Severin von Hoensbroech, Nicolas Bro, Michaël Pas, Hugo Speer, Felicity Gilbert, Jesper Christensen

Sceneggiatura di Lars Von Trier

Drammatico, 2h 02′, Good Films, in uscita il 24 aprile 2014

Voto: 5 su 10

Eravamo rimasti all’alba di un idillio sentimentale, ci ritroviamo adesso alla stregua di una manipolatrice criminale: è Nymphomaniac – Vol. II, seconda studiatissima parte (più violenza e morbosità, meno sorrisi) di quella che si rivela, in tutta franchezza, come una delle più grosse operazioni commerciali ammantate di autorialità degli ultimi decenni. Stessa impostazione narrativa “affabulatoria” già avviata nel volume precedente, ma con alcune derive logistiche talmente banali e sconclusionate da confermare tutte le perplessità della vigilia. 

“Nymphomaniac – Vol. I”, racconto d’autore con hardcore

Nymphomaniac – Vol. I (Nymfomanen, Danimarca/ Germania/ Francia/ Belgio, 2013) di Lars von Trier con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Connie Nielsen, Christian Slater, Uma Thurman, Udo Kier, Willem Dafoe, Jean-Marc Barr, Sophie Kennedy Clark, Mia Goth, Jens Albinus, Severin von Hoensbroech, Nicolas Bro, Michaël Pas, Hugo Speer, Felicity Gilbert, Jesper Christensen

Sceneggiatura di Lars Von Trier

Drammatico, 2h 02′, Good Films, in uscita il 3 aprile 2014

Voto: 7 su 10

Il cinema di Lars Von Trier meriterebbe (e ambirebbe a) una scala di giudizio del tutto personale che possa assecondarne l’arroganza e l’egocentrismo. L’ultimo capitolo della sua personalissima “trilogia della depressione”, inaugurata con Antichrist e proseguita con Melancholia, si chiude adesso con l’ormai leggendario Nymphomaniac, arrivato ai lidi della distribuzione ufficiale dopo mesi di stressante grancassa mediatica – causa hard d’autore con doppia parentesi nel titolo in locandina a parlare da sé – ma giunto nelle sale, ahinoi, non solo troncato in due parti (questa è, appunto, la prima) ma anche in una forma mutila ed edulcorata di tutte le sequenze di sesso non simulato.