“Pride”, lotta e solidarietà in una commedia per una buona causa

Pride (id, GB, 2014) di Matthew Warchus con Ben Schnetzer, Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, George MacKay, Jessica Gunning, Andrew Scott, Joseph Gilgun, Chris Overton, Faye Marsay, Freddie Fox

Sceneggiatura di Stephen Beresford

Commedia, 2h, Teodora, in uscita l’11 dicembre 2014

Voto: 7 su 10

Non c’è dubbio che Pride, dell’acclamatissimo regista teatrale britannico Matthew Warchus (già al cinema col noir tratto da Sam Shepard Inganni pericolosi, con Jeff Bridges e Sharon Stone), sia un film che ha dalla sua una storia vera poco nota e di straordinaria empatia, una sceneggiatura scritta a meraviglia e un esercito di attori di irrefrenabile bravura. Allo stesso tempo, è altrettanto lampante la ricerca ossessiva di costruire una commedia in grado di centrare quanto più possibile i gusti del più vasto pubblico possibile. Ben inteso, è cinema inglese, sa unire impegno e sollazzo, lacrime e risate, senza mai scadere nella farsa triviale, ma non sa evitare toni edificanti e qualche trionfalismo di straforo.

pride-trailer-e-poster-del-film-vincitore-della-queer-palm-a-cannes-2014-1L’orgoglio del titolo è quello di un gruppo di giovani amici omosessuali che, durante il Gay Pride di Londra del 1984, decide di sostenere la causa dei minatori, in sciopero dopo il decreto della lady di ferro Margareth Tatcher di chiudere venti sedi lavorative. Due mondi lontanissimi, ma con nemici comuni, si incontreranno in un paesino sperduto del Galles: la vivace ambasciata di attivisti lgbt e i duri e retrivi operai in rivolta. L’unione farà la forza e, anche se il movimento avrà vita breve, la solidarietà verrà ricambiata.

Difficile resistere al trascinante copione di Stephen Beresford e alla genuina vitalità del messaggio di aggregazione e accettazione. Meno evidenti sono, invece, stile e idee non esattamente originali. Tuttavia, Pride si candida al titolo di film più positivo della stagione: al dolore dell’epoca viene anteposto un effetto nostalgico e consolatorio, un’ironia mai sguaiata, una morbida famigliarità. Per una buona causa si può fare.

Giuseppe D’Errico

One Response to “Pride”, lotta e solidarietà in una commedia per una buona causa

  1. ANDREA DI VT ha detto:

    I film inglesi per me è sempre un piacere guardarli, perchè hanno il potere di rilassarmi e farmi ridere(una rarità). E poi all’interno di Pride c’è uno dei miei attori preferiti dell’ultima ora, Andrew Scott, noto per interpretare Moriarty nella serie televisiva Sherlock, anche se qui ha una parte secondaria. Da rivedere 🙂

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