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“Pride”, lotta e solidarietà in una commedia per una buona causa

Pride (id, GB, 2014) di Matthew Warchus con Ben Schnetzer, Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, George MacKay, Jessica Gunning, Andrew Scott, Joseph Gilgun, Chris Overton, Faye Marsay, Freddie Fox

Sceneggiatura di Stephen Beresford

Commedia, 2h, Teodora, in uscita l’11 dicembre 2014

Voto: 7 su 10

Non c’è dubbio che Pride, dell’acclamatissimo regista teatrale britannico Matthew Warchus (già al cinema col noir tratto da Sam Shepard Inganni pericolosi, con Jeff Bridges e Sharon Stone), sia un film che ha dalla sua una storia vera poco nota e di straordinaria empatia, una sceneggiatura scritta a meraviglia e un esercito di attori di irrefrenabile bravura. Allo stesso tempo, è altrettanto lampante la ricerca ossessiva di costruire una commedia in grado di centrare quanto più possibile i gusti del più vasto pubblico possibile. Ben inteso, è cinema inglese, sa unire impegno e sollazzo, lacrime e risate, senza mai scadere nella farsa triviale, ma non sa evitare toni edificanti e qualche trionfalismo di straforo.

“Posh”, scontro di classe e morale ma la critica è didascalica

Posh (The Riot Club, GB, 2014) di Lone Scherfig con Max Irons, Sam Claflin, Douglas Booth, Holliday Grainger, Freddie Fox, Nathalie Dormer, Jessica Brown Findlay, Sam Reid, Tom Hollander

Sceneggiatura di Laura Wade, dalla sua pièce teatrale “Posh”

Drammatico, 1h 46′, Notorious Pictures, in uscita il 25 settembre 2014

Voto: 4½ su 10

L’università di Oxford, la più antica e rinomata istituzione professionale su suolo inglese, è da sempre patrimonio di storia e personaggi che hanno contribuito a rinsaldarne la nomea. Oxford, però, è anche territorio di giovinastri trogloditi, crudeli e viziati, provenienti dalla classe sociale più abbiente, che smaniano per entrare a far parte di una confraternita. Da questo dato di fatto è partita Laura Wade per la sua commedia teatrale “Posh” (vezzeggiativo per elegante e snob) che tanto ha scosso i palcoscenici londinesi e che trova ora una forma cinematografica con la regia della danese Lone Scherfig.