“Outing – Fidanzati per sbaglio”, commedia sociale di facile ironia

Outing – Fidanzati per sbaglio (Italia, 2012) di Matteo Vicino con Andrea Bosca, Nicolas Vaporidis, Massimo Ghini, Claudia Potenza, Giulia Michelini, Camilla Ferranti, Mia Bendetta, Riccardo Leonelli, Lorenzo Zurzolo, Cosetta Turco, Stefano Chiodaroli, Spyros

Soggetto e sceneggiatura di Matteo Vicino

Commedia, 1h 40’, AI Distribution, in uscita il 28 marzo 2013

Voto: 4 su 10

Sia lodato il product placement! Anzi, con questo film diamo il benvenuto allo “story placement”, giacché le vicende narrate si ispirano a quelle legate alla nascita di un noto marchio denim made in Italy, che ha supportato e finanziato l’operazione. Quanti jeans in Outing – Fidanzati per sbaglio, ultima commedia ‘gaia’ all’italiana in arrivo, dopo una nutrita schiera di analoghi per tema che comprende (se la memoria non ci inganna) Good as you, Ci vediamo a casa, L’amore è imperfetto e Come non detto.

outing-posterFederico (Nicolas Vaporidis) e Riccardo (Andrea Bosca) sono amici da una vita: il primo, senza un soldo e con fratellino a carico, vive ancora nel paesino pugliese d’origine, il secondo ha lasciato la terra natia per inseguire il sogno della moda a Milano. Quando Federico scopre che la Regione Puglia mette a disposizione un finanziamento a sostegno delle attività imprenditoriali, convince Riccardo a tornare per aprire insieme un ateliér. Tralasciano, però, un piccolo particolare: il bando è ad esclusivo appannaggio delle coppie di fatto. Non resta altro da fare che fingersi gay, con l’aiuto del direttore del quotidiano locale (Massimo Ghini), di una integerrima giornalista d’assalto (Giulia Michelini) e della dispotica fidanzata di Riccardo (Claudia Potenza).

Certamente rischioso il tentativo del regista sceneggiatore, alla sua opera seconda (la prima, Young Europe, è ancora in attesa di distribuzione) di fondere in modo omogeneo gli interessi sociali con la commedia di situazione; nel film, infatti, abbondano le stoccate amare su di un paese in cui vige il compromesso sempre e comunque, dove la meritocrazia non ha cittadinanza e, di fatto, per sopravvivere si è costretti a ricorrere alla truffa.

outingcastScampato il pericolo qualunquista grazie al generale tono leggero dell’operazione, cui si perdonano alcune facili scivolate demagogiche (la citazione del granello di sabbia della giornalista Ilaria Alpi), la sceneggiatura langue fatalmente proprio nel versante comico, tutto proteso a una facile farsa dei generi che sembra rimasta ferma alle mossette de Il vizietto.

Il mondo omosessuale del film diventa un festival di paillettes e di “S” con la zeppola (in onore del presidente Nichi Vendola?), di drag queen sagge e tatuate e di battute scult del tipo “In Puglia abbiamo le orecchiette e pure gli oRecchioni”.

Il finale malandrino, come se non bastasse, getta un sospetto di ambiguità che smonta gran parte della costruzione dei personaggi, fin lì affannosamente abbozzati.

Ad uscirne bene è il cast, anche benissimo come nei casi di un Bosca trattenuto e credibile nei panni dell’emigrato dal Sud e di una simpaticissima Potenza, una burbera virago dal cuore tenero; così come è superfluo dire ancora della bellezza dei paesaggi marittimi pugliesi, sempre più presenti nel cinema italiano degli ultimi tempi.

Giuseppe D’Errico

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