“Un autunno di fuoco” di Eric Coble, uno spettacolo di Marcello Cotugno, la recensione

La Contrada – Teatro Stabile di Trieste

UN AUTUNNO DI FUOCO
da “The velocity of autumn” di Eric Coble

con Milena Vukotic e Maximilian Nisi
scene Luigi Ferrigno
costumi Andrea Stanisci
luci Bruno Guastini
aiuto regia Martina Gargiulo
assistente scenografo Sara Palmieri
musiche a cura di Marcello Cotugno
regia di Marcello Cotugno

In scena al Teatro Ghione di Roma fino al 25 novembre 2018

Voto: 7½ su 10

Di Un autunno di fuoco, una raffinata commedia crepuscolare dell’angloamericano Eric Coble, resta addosso la dimensione intima restituita dalla recitazione splendidamente misurata di Milena Vukotic. La piccola grande signora delle scene italiane interpreta Alexandra, un’anziana possidente di un’appartamento newyorkese, con vista su un meraviglioso albero dalle fronde ambrate; vedova ormai da anni e con una folla di avvoltoi a darle fiato sul collo, la signora si è barricata in casa con una serie di bombe molotov e la minaccia di farsi esplodere se ancora qualcuno tentasse di buttarla fuori dal nido in cui ha vissuto per ben 45 anni. Un estremo tentativo di allontanarla dal suo microcosmo le arriva dal figlio minore Christopher (Maximilian Nisi), redivivio dopo quasi due decenni di assenza: piombatole in soggiorno direttamente dalla finestra, il ragazzo ce la metterà tutta per far cambiare idea alla madre, intavolando con lei una strana guerra di ricordi, recriminazioni e scelte condivise. Lo scontro si trasformerà ben presto in un incontro di libertà.

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La Vukotic, classe 1935, si presta a una mirabile indagine degli affetti che, con la saggia  introspezione della senilità del personaggio, dà luogo a una serie di acute riflessione sul senso del tempo e sulle disaffezioni famigliari. Con garbo soave, tenera intensità e una sottile vena ironica a bilanciare la malinconia della vicenda, l’attrice romana conquista completamente l’emotività degli spettatori, che a fine spettacolo ripagano con un lunghissimo e concitato applauso. Sarebbe ingiusto, però, non notare anche la perfetta sintonia di Vukotic col suo partner maschile, un Maximilian Nisi altrettanto accorto nelle sfumature e mai sopra nel righe nel caricare di rabbia l’urgenza di un figlio che, in fondo, non vede l’ora di ritrovare sua madre. La regia di Marcello Cotugno abbraccia l’azione col giusto calore e guida sapientemente un duetto a passo di danza di eleganza discreta e d’altri tempi.

Giuseppe D’Errico 

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