“Un amore senza fine”, il remake da Zeffirelli è levigato e ridicolo

Un amore senza fine (Endless Love, Usa, 2014) di Shana Feste con Alex Pettyfer, Gabriella Wilde, Bruce Greenwood, Joely Richardson, Robert Patrick, Rhys Wakefield, Emma Rigby

Sceneggiatura di Joshua Safran, Shana Feste, dal romanzo “Amore senza fine” di Scott Spencer (ed. Mondadori)

Sentimentale, 1h 44′, Universal Pictures International Italy, in uscita il 5 febbraio 2014

Voto: 4½ su 10

Correva l’anno 1981 e oltreoceano faceva parlare di sé un dramma sentimentale tratto da un discutibile best seller di Scott Spencer e diretto per il grande schermo da Franco Zeffirelli, momentaneamente in pausa da merletti e lustrini. L’infamia che ha accompagnato il film Amore senza fine nel tempo non è del tutto giustificata: decisamente troppo mieloso e strappalacrime, ma con una decisa vena melodrammatica a rendere più sfrontato il compromesso patetico. Questo omonimo remake di Shana Feste, oltre ad essere oggettivamente peggiore del già misero originale, non può contare neppure sulla bellezza soprannaturale della giovane Brooke Shields e sul celebre tema musicale cantato da Lionel Richie e Diana Ross. 

un_amore_senza_fineIl film è una sagra di stereotipi adolescenziali della più temibile specie: David (Pettyfer) è povero, con un passato turbolento ma pieno d’affetto da offrire, Jade (Wilde) è ricca, non ha amici e si avvia a un futuro nella medicina. Si innamorano al primo sguardo, ma il papà di lei (Greenwood) è una carogna mai vista e cercherà di ostacolare con ogni mezzo l’amore dei due ragazzi.

Il bignami del teen drama contempla anche una deflorazione davanti al camino acceso in pieno giugno, bagni romantici in ogni dove e agguati strategici all’aeroporto. Almeno Zeffirelli aveva una sua carnalità, picchiava duro nel genere, a rischio di essere anche deriso (come in effetti successe). Qui invece si viaggia in poppa al ridicolo più disgraziato, tutto è levigato e surreale e non c’è mai la minima dose di emozione romantica. Il macho Pettyfer non è credibile come diciottenne, addirittura alla Wilde vengono coperti i capezzoli con i capelli. Vietato ai maggiori di 14 anni, e di lacrimuccia nemmeno a parlarne.

Giuseppe D’Errico

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