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“Serenity – L’isola dell’inganno”, un film di Steven Knight, la recensione

Serenity – L’isola dell’inganno (Serenity, Usa, 2019) di Steven Knight con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jason Clarke, Diane Lane, Djimon Hounsou, Jeremy Strong

Sceneggiatura di Steven Knight

Thriller, 1h 46’, Lucky Red, in uscita il 18 luglio 2019

Voto: 6 su 10

Isola lontana. Pescatore alcolizzato. Tonno imprendibile. Matura ninfomane. Gatto che scappa. Bagno nudo nell’oceano. Omino in giacca e valigetta. In questo posto tutti sanno tutto di tutti. Uomo nero e saggio. Bionda fatale. Marito bruto. Figlio da salvare. Dieci milioni di dollari. Delitto in mare… Questo vertiginoso ma ragionato catalogo di stereotipi da vecchio cinema anni Ottanta è, invero, alla base della sceneggiatura di Serenity, uno dei più grossi flop della stagione americana, scritto e diretto da Steven Knight, autore di peso (suoi gli script de La promessa dell’assassino di Cronenberg e di Allied di Zemeckis) che torna alla regia a sette anni di distanza dall’acclamato esercizio di stile in unità aristoteliche Locke.

“Allied – Un’ombra nascosta”, un film di Robert Zemeckis, la recensione

Allied – Un’ombra nascosta (Allied, Usa, 2016) di Robert Zemeckis con Brad Pitt, Marion Cotillard, Jared Harris, Lizzy Caplan, Matthew Goode, Daniel Betts, Simon McBurney

Sceneggiatura di Steven Knight

Spionaggio, 2h 04’, Universal Pictures International Italy, in uscita il 12 gennaio 2017

Voto: 6½ su 10

Ci sono tanti modi per sbagliare un film e al grande Robert Zemeckis è toccato il più banale. Allied – Un’ombra nascosta è dichiaratamente un omaggio a quel genere indimenticabile, misto di spy story e romanticismo, che ha infiammato gli schermi dell’epoca d’oro del cinema classico, quello reso unico e inarrivabile da registi come Michael Curtiz, Frank Borzage e Mervyn Le Roy. Ma chi non ricorda l’aura mitica che avvolgeva i protagonisti delle loro pellicole? Inutile citare Humphrey Bogart, a cui bastava qualche nota al pianoforte per tornare a struggersi al ricordo della sua amata Ingrid Bergman in Casablanca, o Vivien Leigh, disposta a tutto pur di ballare un ultimo valzer col suo ufficiale Robert Taylor in Il ponte di Waterloo. Altri attori, altri tempi.

“Il sapore del successo”, soggetto esilissimo per una commediola insipida

Il sapore del successo (Burnt, Usa, 2015) di John Wells con Bradley Cooper, Sienna Miller, Daniel Brühl, Omar Sy, Matthew Rhys, Riccardo Scamarcio, Emma Thompson, Uma Thurman, Alicia Vikander, Lily James

Sceneggiatura di Steven Knight

Commedia, 1h 47′, 01 Distribution, in uscita il 26 novembre 2015

Voto: 4 su 10

Non bastano uno sceneggiatore di consolidate abilità narrative come Steven Knight (La promessa dell’assassino, Locke, Amore, cucina e curry), un regista acido e pungente come John Wells (I segreti di Osage County e il serial Shameless) e un cast di grandi nomi allo sbando per fare un buon film. Lo dimostra Il sapore del successo, soggetto esilissimo per una commediola drammatica che non sa di niente, incentrata sul percorso di riscatto di un odioso chef ex tossicodipendente (Cooper), deciso a risalire la china della gloria culinaria stellata.

“Locke”, esercizio di tecnica e scrittura con un mirabile Tom Hardy

Locke (id, GB, 2013) di Steven Knight con Tom Hardy, Ruth Wilson, Olivia Colman, Andrew Scott, Tom Holland

Sceneggiatura di Steven Knight

Drammatico, 1h 25′, Good Films, in uscita il 30 aprile 2014

Voto: 7½ su 10

Scritto benissimo e straordinariamente interpretato, Locke è il titolo più applaudito dell’ultimo Festival di Venezia, dove è stato presentato, tra le polemiche post-visione, fuori concorso (e, a lunga distanza, riflettiamo: fosse stato in competizione, avrebbe vinto qualcosa? Dati i premiati, con ogni probabilità no). Seconda prova registica, dopo l’action-noir con Jason Statham Redemption, di un acclamato sceneggiatore (Piccoli affari sporchi di Frears e La promessa dell’assassino di Cronenberg), il film è l’into the night in tempo quasi reale e dalle forti valenze psicologiche, di Ivan Locke (Tom Hardy), operaio edile al volante per raggiungere l’ospedale dove l’errore di una sera sta per partorire suo figlio.

Venezia70, le minirecensioni: “Kill Your Darlings”, “Medeas”, “Miss Violence”, “Parkland”, “Locke”, “Palo Alto”, “Kaze Tachinu”

Kill Your Darlings (id, Usa, 2013) di John Krokidas, con Daniel Radcliffe, Dane DeHaan, Michael C. Hall, Jack Huston, Elizabeth Olsen, Jennifer Jason Leigh, Kyra Sedgwick, Ben Foster, David Cross

Sceneggiatura di John Krokidas e Austin Bunn

Biografico, 1h 43′

Voto: 7 su 10

Gli anni giovanili del poeta e scrittore Allen Ginsberg, studente della Columbia University, plagiato ai piaceri della beat generation da Lucien Carr. Quando entrerà di mezzo il sentimento, la situazione precipiterà. Dopo l’infelice On the road di Salles, ritornano i personaggi che fecero grande un epoca leggendaria. Originalità nei limiti di un biopic indirizzato soprattutto alle platee giovanili, con l’alibi culturale ben camuffato da una regia che alterna con vivacità tradizione e stile pop, e da una sceneggiatura ben piantata nel melodramma. Come ovvio, l’attenzione è tutta per un convincente Radcliffe che, abbandonati gli occhiali di Harry Potter, mette quelli ben più audaci dello scrittore omosessuale più discusso d’America. Giornate degli autori