
Kill Your Darlings (id, Usa, 2013) di John Krokidas, con Daniel Radcliffe, Dane DeHaan, Michael C. Hall, Jack Huston, Elizabeth Olsen, Jennifer Jason Leigh, Kyra Sedgwick, Ben Foster, David Cross
Sceneggiatura di John Krokidas e Austin Bunn
Biografico, 1h 43′
Voto: 7 su 10
Gli anni giovanili del poeta e scrittore Allen Ginsberg, studente della Columbia University, plagiato ai piaceri della beat generation da Lucien Carr. Quando entrerà di mezzo il sentimento, la situazione precipiterà. Dopo l’infelice On the road di Salles, ritornano i personaggi che fecero grande un epoca leggendaria. Originalità nei limiti di un biopic indirizzato soprattutto alle platee giovanili, con l’alibi culturale ben camuffato da una regia che alterna con vivacità tradizione e stile pop, e da una sceneggiatura ben piantata nel melodramma. Come ovvio, l’attenzione è tutta per un convincente Radcliffe che, abbandonati gli occhiali di Harry Potter, mette quelli ben più audaci dello scrittore omosessuale più discusso d’America. Giornate degli autori.
Medeas (id, usa, 2013) di Andrea Pallaoro, con Catalina Sandino Moreno, Brian F. O’Byrne
Sceneggiatura di Andrea Pallaoro e Orlando Tirado
Drammatico, 1h 38′
Voto: 4 su 10
La madre è sordomuta, il padre inquieto, i quattro figli (più un quinto in arrivo) affrontano la situazione come possono, ma la tragedia è in agguato. Il mito greco rivive nella sperduta campagna americana, ma con i sessi scambiati. Il film, però, è uno sfiancante collage di arditezze registiche, con immagini tagliate, specchi e quant’altro a sottolineare la distanza umana tra i personaggi raccontati. Tutto assai criptico e fine a sé stesso. Orizzonti.
Miss Violence (id, Grecia, 2013) di Alexandros Avranas, con Themis Panou, Eleni Roussinou, Reni Pittaki
Sceneggiatura di Kostas Peroulis e Alexandros Avranas
Drammatico, 1h 38′
Voto: 4 su 10
A seguito del suicidio di una ragazzina di undici anni, gettatasi dalla finestra il giorno del suo compleanno, nella famiglia l’elaborazione del lutto scatena delle strane dinamiche. In realtà, il patriarca nasconde orribili colpe. Annunciato come uno dei film più disturbanti del Festival, in realtà è solo un calcolatissimo campionario di colpi bassi, serviti in maniera gratuita all’interno di una narrazione arida, effettistica e banale. L’incipit fulminante viene subito tradito da una incertezza di toni fatale. In Concorso.
Parkland (id, Usa, 2013) di Peter Landesman, con Paul Giamatti, Zac Efron, Marcia Gay Harden, Ron Livingston, Jackie Weaver, Billy Bob Thornton, Tom Welling, James Badge Dale, Jacke Earle Healey, Colin Hanks, Jeremy Strong
Sceneggiatura di Peter Landesman, dal libro di Vincent Bugliosi “Reclaiming History: The Assassination of President John F. Kennedy”
Drammatico, 1h 31′
Voto: 4 su 10
Il 22 novembre 1963, al Parkland Memorial Hospital di Dallas viene trasportato d’urgenza il corpo del presidente John Fitzgerald Kennedy, sparato alla testa durante una parata per strada. Si intrecceranno le vite di medici, forze dell’ordine e gente comune. Affresco altmaniano in formato soap opera di una delle pagine più buie della storia americana. Retorica a fiumi, momenti di puro ridicolo involontario e una regia piattamente televisiva per un film lacrimevole e mai commovente. Dal ricco cast emergono l’ottimo Giamatti e una strepitosa Weaver nei panni della signora Oswald. In Concorso.
Palo Alto (id, Usa, 2013) di Gia Coppola, con Emma Roberts, James Franco, Keegan Allen, Nat Wolff, Coleen Camp, Val Kilmer
Sceneggiatura di Gia Coppola, dai racconti di James Franco inseriti nella raccolta “In stato di ebrezza” (ed. Minimum Fax)
Commedia, 1h 38′
Voto: 6 su 10
La crisi adolescenziali di quattro ragazzi californiani, residenti a Palo Alto, tra droga, sesso e frustrazioni. Dai racconti dell’onnipresente James Franco (che nel film interpreta il professore di ginnastica cascamorto), un film che aspira alla fama di cult adolescenziale. Forse lo diventerà, ma non si discosta troppo da altri prodotti analoghi. Fanno la differenza la misura minimalista della regista (ennesima discendente della stirpe Coppola) e l’imprevedibilità folle di alcuni dialoghi. Orizzonti.
Locke (id, GB, 2013) di Steven Knight, con Tom Hardy
Sceneggiatura di Steven Knight
Drammatico, 1h 25′
Voto: 7½ su 10
Il viaggio di una notte di Ivan Locke, alla guida della sua auto per raggiungere la donna che sta partorendo suo figlio. Ma a casa ha anche una famiglia, e un lavoro che probabilmente perderà. Un lucido apologo morale sull’uomo e sui suoi doveri, in un film quasi in tempo reale (ma rigirato per 10 volte e montato con il meglio a disposizione), meravigliosamente scritto e straordinariamente interpretato da Tom Hardy, medio-man come il più grande Lemmon d’epoca. Esercizio di gran stile in ogni campo, sfrutta alla perfezione una narrativa in passato dimostratasi più volte grama. Fuori Concorso.
Kaze Tachinu – The wind rises (id, Giappone, 2013) di Hayao Miyazaki
Animazione, 2h 08′
Voto: 6½ su 10
La vita di Jiro Horikoshi, dall’infanzia vissuta nel mito dell’ingegnere aeronautico Gianni Caproni, al terremoto che sconvolse Kanto nel 1923, fino agli studi e alla progettazione degli aerei da guerra nipponici nella Seconda Guerra Mondiale. Il congedo del grande maestro dell’animazione fa a meno della fantasia dei suoi più celebri lavori per concentrarsi su una storia vera che faticherà ad appassionare i meno fedeli al regista. Non mancano momenti di toccante poesia, e l’immaginifico dei sogni di Miyazaki è sempre un incanto, ma la narrazione è ripetitiva e prolissa, e l’aspetto emotivamente più coinvolgente, la struggente storia d’amore di Jiro per una donna tisica, conosciuta molti anni prima su un treno, è relegata alla sola parte finale. In Concorso.
Giuseppe D’Errico
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