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“Wonder”, un film di Stephen Chbosky, la recensione

Wonder (id, Usa, 2017) di Stephen Chbosky con Jacob Tremblay, Julia Roberts, Owen Wilson, Mandy Patinkin, Izabela Vidovic, Noah Jupe, Sonia Braga, Danielle Rose Russell

Sceneggiatura di Stephen Chbosky, Steve Conrad, Jack Thorne dal romanzo omonimo di R.J. Palacio (ed. Giunti)

Drammatico, 1h 53′, 01 Distribution, in sala dal 21 dicembre 2017

Voto: 6½ su 10

Uno dei massimi grattacapi degli insegnanti scolastici è la ricerca dei film giusti da somministrare come proposta di riflessione ai propri studenti. Tra le tematiche predilette per orientare tale incombenza c’è indubbiamente la diversità, sia essa intesa come menomazione fisica o in termini di minoranza etnica, meglio ancora se la condizione è vissuta da un ragazzino in una fascia d’età tra la tarda infanzia e l’adolescenza, così da poter inglobare nel dibattito anche il problema del bullismo. E allora, cosa proporre agli occhi distratti degli alunni? Capolavori con l’enorme limite del bianco e nero come Anna dei miracoli, Il buio oltre la siepe e The elephant man otterrebbero solo un frustrante effetto boomerang, un grazioso filmetto datato come La mia guardia del corpo passerebbe come acqua fresca senza lasciare traccia, e dello splendido Dietro la maschera di Peter Bogdanovich ricorderebbero solo lo spaventoso make up che ricopre il volto di Eric Stoltz, fermandosi a ridacchiare di tanto in tanto a causa delle canne che fuma la grintosa mamma Cher.

“Tutto può accadere a Broadway”, Peter Bogdanovich e l’amore per il cinema

Tutto può accadere a Broadway (She’s Funny That Way, Usa, 2014) di Peter Bogdanovich con Owen Wilson, Imogen Poots, Jennifer Aniston, Kathryn Hahn, Will Forte, Rhys Ifans, Lucy Punch, Austin Pendleton, George Morfogen, Cybill Shepherd, Richard Lewis, Debi Mazar, Jennifer Esposito, Sydney Lucas, Illeana Douglas, Joanna Lumley, Tatum O’Neil, Michael Shannon, Colleen Camp, Quentin Tarantino, Jake Hoffman

Sceneggiatura di Peter Bogdanovich e Louise Stratten

Commedia, 1h 33′, 01 Distribution, in uscita il 29 ottobre 2015

Voto D’Errico: 9 su 10

Voto Ozza: 7 su 10

Il grandissimo ritorno di un maestro indiscusso della commedia americana. Peter Bogdanovich, prima ancora di aver raccontato le meraviglie e le malinconie del cinema, in capolavori assoluti come Ma papà ti manda sola?, Paper Moon e L’ultimo spettacolo, aveva realizzato una serie di irrinunciabili conversazioni (poi raccolte in preziosi volumi che tutti i cinefili dovrebbero acquistare) con i più grandi registi e interpreti del panorma cinematografico mondiale. Da quell’esperienza, oltre che dall’amore sterminato verso il genere sofisticato, attinge ora per Tutto può accadere a Broadway (She’s Funny That Way in originale), ottovolante scatenato di equivoci che inizia con una giornalista che intervista un’attricetta romantica e termina con un esilarante e sorprendente riconoscenza verso i nuovi talenti della settima arte. Fosse anche solo per questa magnifica testimonianza di modestia, il film andrebbe tramandato ai posteri in eterno.

“Vizio di forma”, Anderson per Pynchon è un delirio d’autore

Vizio di forma (Inherent Vice, Usa, 2014) di Paul Thomas Anderson, con Joaquin Phoenix, Katherine Waterston, Josh Brolin, Reese Witherspoon, Owen Wilson, Benicio Del Toro, Martin Short, Maya Rudolph, Jena Malone, Joanna Newsom, Eric Roberts, Serena Scott Thomas, Martin Donovan, Sasha Pieterse, Michael K. Williams

Sceneggiatura di Paul Thomas Anderson, dal romanzo omonimo di Thomas Pynchon (ed Einaudi)

Grottesco, 2h 28′, Warner Bros. Entertainment Italia, in uscita il 26 febbraio 2015

Voto: 7 su 10

Si definisce “vizio di forma” un difetto che tradisce un ordine prescritto, rendendo di fatto nullo il referente. Vizio di forma è anche il titolo del romanzo di Thomas Pynchon, dal quale è tratto questo omonimo settimo lavoro di Paul Thomas Anderson, forse l’unico degli ultimi grandi autori americani capaci di raccontare ancora la terra delle illusioni in tutta la sua contraddittorietà. Il regista di Boogie Nights e Magnolia traduce in immagini un intraducibile letterario dal quale chiunque ne sarebbe uscito con le ossa rotte. Non è questo il caso, eppure il film non può dirsi riuscito.

Venezia71, le minirecensioni: “She’s Funny That Way”, “99 Homes”, “Ghesseha”, “Anime nere”

She’s Funny That Way – Usa, 2014 di Peter Bogdanovich con Imogen Poots, Owen Wilson, Jennifer Aniston, Rhys Ifans, Will Forte, Kathryn Hahn, Michael Shannon, Lucy Punch, Austin Pendleton, Cybill Sheperd, Tatum O’Neal, Richard Lewis – FUORI CONCORSO

Il grandissimo ritorno di un maestro indiscusso della commedia americana è un ottovolante del genere e dell’intera storia del cinema. Squillo fantasiosa col sogno della recitazione approda a Broadway: non sa che il regista dello spettacolo è un suo cliente benefattore e che l’autore è il marito della sua analista. Divertimento di altissima classe in una scrittura che celebra gli anni d’oro della screwball comedy. Un vero spettacolo di tempi comici perfetti e personaggi indimenticabili, ma anche un commovente omaggio alla Hollywood classica come fabbrica dei sogni. Peter, ci sei mancato! Voto: 9

“Grand Budapest Hotel”, una giostra di stile che rasenta l’esercizio

Grand Budapest Hotel (id, Usa, 2013) di Wes Anderson con Ralph Fiennes, Tony Revolori, Saoirse Ronan, Adrien Brody, Tilda Swinton, Harvey Keitel, Owen Wilson, Willem Defoe, Jason Schwartzman, Edward Norton, Mathieu Amalric, Lèa Seydoux, Jude Law, Bill Murray, F. Murray Abraham, Jeff Goldblum, Tom Wilkinson, Giselda Volodi, Bob Balaban

Sceneggiatura di Wes Anderson e Hugo Guinness, dai racconti di Stefan Zweig

Commedia, 1h 40′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 10 aprile 2014

Voto: 6 su 10

Sette anni fa, per caso, il regista statunitense Wes Anderson, pupillo della giovane critica cinematografica e candide del mezzo in senso elegantemente infantile, venne a conoscenza della narrativa di Stefan Zweig, lo scrittore austriaco più umanista, limpido e pacifista delle prime decadi del Novecento. Due universi affini che convergeranno naturalmente in Grand Budapest Hotel, sorta di intrigo internazionale ispirato da L’impazienza del cuore e Estasi di libertà, oltre che al grande cinema europeo dei maestri come Lubitsch, Ophuls e Wilder (ma l’elenco potrebbe essere ancora più lungo).