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RomaFF12 – Selezione Ufficiale: “Una questione privata”, un film di Paolo e Vittorio Taviani, la recensione

Una questione privata (Italia/Francia, 2017) di Paolo Taviani con Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy, Valentina Bellé, Anna Ferruzzo, Francesca Agostini, Jacopo Olmo Antinori, Josafat Vagni, Antonella Attili, Giulio Beranek, Mauro Conte, Guglielmo Favilla

Sceneggiatura di Paolo e Vittorio Taviani, dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio (Ed. Einaudi)

Drammatico, 1h 24′, 01 Distribution, in uscita il 1° novembre 2017

Voto: 4½ su 10

Per avere un’idea dell’importanza che Una questione privata di Beppe Fenoglio ha avuto non solo sulla letteratura italiana ma, soprattutto, sul processo di reinterpretazione storica della vicenda, basti pesnare che Italo Calvino lo definì il libro sulla Resistenza, l’opera che più di tutte aveva rappresentato l’esperienza partigiana nella sua essenza, al di là dei fatti. I decani del nostro cinema d’autore Paolo e Vittorio Taviani provano a tradurre per il grande schermo la complessa narrativa dell’autore albese, pagine fitte di memorie che rifuggono dal realismo per trovare nell’astrazione allegorica l’unica possibile via d’uscita per sopravvivere al ricordo bellico.

“La ragazza nella nebbia”, un film di Donato Carrisi, la recensione

La ragazza nella nebbia (id, Italia/Francia/Germania, 2017) di Donato Carrisi con Toni Servillo, Alessio Boni, Michela Cescon, Galatea Ranzi, Lorenzo Richelmy, Jean Reno, Lucrezia Guidone, Daniela Piazza, Ekaterina Buscemi, Greta Scacchi, Jacopo Olmo Antinori, Antonio Gerardi

Sceneggiatura di Donato Carrisi, dal suo romanzo omonimo (ed. Longanesi)

Thriller, 2h 07′, Medusa, in uscita il 26 ottobre 2017

Voto: 2 su 10

La ragazza nella nebbia, trasposizione dell’omonimo best seller di Donato Carrisi, che ha anche scritto e diretto il film, è l’emblema di tutto ciò che di più deleterio il cinema italiano di oggi ha da offrire al suo pubblico. Ben inteso: Carrisi è uno dei nostri più apprezzati giallisti all’estero, abile artigiano di indagini a tinte fosche, che sanno come avvincere il lettore; ma la scrittura cinematografica è tutt’altra cosa rispetto alla stesura di un romanzo o alla narrazione televisiva. Questo suo film d’esordio denuncia tutti i limiti di una produzione condotta sull’onda della presunzione assoluta di poter portare a segno un thriller di spessore, senza minimamente considerare di avere a malapena i mezzi per una brutta fiction commerciale.