
Questi sono i 40 (This is 40, Usa, 2012) di Judd Apatow, con Paul Rudd, Leslie Mann, Megan Fox, Albert Brooks, John Litghow, Melissa McCarthy, Jason Siegel, Maude Apatow, Iris Apatow
Sceneggiatura di Judd Apatow
Commedia, 2h 14’, Universal Pictures Italia, in uscita il 4 luglio 2013
Voto: 3 su 10
Il “caso Judd Apatow” si è rivelato con diabolica fermezza, unita a un falso basso profilo, in questi ultimi anni. Sceneggiatore di scarso peso, arrivò alla ribalta con un filmetto da lui scritto e diretto sulle ansie di deflorazione di un quarantenne peloso e goffo (40 anni vergine, 2005), per esplodere letteralmente, l’anno seguente, con una commedia di raro maschilismo, in cui una donna in carriera resta incinta dopo una notte folle di bagordi, molla il lavoro e mette su famiglia con il candido bricconcello colpevole del ‘fattaccio’: era Molto incinta (2006), un successo ancora inspiegabile. Col tempo, le caratteristiche negative principali dello stile Apatow (verbosità oltre i limiti di guardia, durata eterna, ironia greve, biechi miraggi di profondità narrativa) raggiungono vette sbalorditive nel funereo Funny people (2009, che fa flop), per trovare ora l’apoteosi massima in Questi sono i 40, spin-off del film del 2006, dal quale riprende due personaggi di contorno, ora promossi a litigiosa coppia di protagonisti.
Marito (Rudd) e Moglie (Mann) bisticciano. Alle soglie dei fatidici 40 anni, ogni pretesto è buono per farsi venire i cinque minuti. Si lasceranno? Le figlie osservano.
Il film si apre con i coniugi che copulano sotto la doccia (lui ha preso il viagra per darle un “solido” regalo di compleanno), e prosegue con ogni dissertazione possibile e immaginabile su sesso e affini per oltre due ore: erezioni, libido repressa, seni cadenti, vagine slabbrate, esplorazioni rettali, irritazioni anali e pompini. Il massimo della trasgressione è una fuga romantica in albergo, con la partecipazione di pasticcini farciti alla marijuana. I figli sono quasi sempre visti come un errore, anche in versione cresciuta (i nonni non sono più apprezzabili dei nuovi genitori). Serve altro?
C’è poco da commentare: nelle apparenze di una commedia sociologicamente impegnata e umoristicamente ben fornita (?), si nasconde la più sfiancante delle rappresentazioni della middle class americana. Il livello di volgarità, idiozia e retorica strisciante è spaventoso, la presunzione del ritratto famigliare contemporaneo è fuori da ogni realtà, la noia regna sovrana e si ride a stento non più di due tiratissime volte.
Gli attori sono insopportabili, mal forniti da dialoghi semplicemente assurdi. Non ci sono mai situazioni credibili, a meno che non si sia interessati a vedere un nuovo tipo di neorealismo “all’americana” fatto di logorrea generale e gente seduta al cesso.
Aberrante e doppiamente deprimente se si considera che Apatow ha chiamato a rapporto per una simile scemenza non solo la moglie Leslie Mann (abitué nei film del consorte) ma anche le due figlie Maude e Iris (la prima si sente Meryl Streep e si concede a isterismi da camicia di forza, la seconda saltella simpatica e inconsapevole).
Questi 40 non sono da augurare a nessuno.
Giuseppe D’Errico
Lascia un commento