
Cha Cha Cha (Italia, 2013) di Marco Risi, con Luca Argentero, Eva Herzigova, Pippo Delbono, Claudio Amendola, Marco Leonardi, Bebo Storti, Pietro Ragusa, Shel Shapiro, Nino Frassica
Sceneggiatura di Marco Risi, Andrea Purgatori, James Carrington
Thriller, 1h 30’, 01 Distribution, in uscita il 20 giugno 2013
Voto: 6 su 10
Contraltare perfetto alla Roma pigra e gozzovigliante vista in La grande bellezza di Sorrentino, la capitale dell’ultimo film di Marco Risi è un covo di serpi disposte a tutto per il profitto. A quattro anni da Fortapàsc (2009), l’apprezzato biopic di denuncia sul giornalista napoletano Giancarlo Siani, il regista si addentra nei territori sordidi del noir urbano, dove tutti sono innocenti e il più pulito c’ha la rogna.
L’investigatore privato Corso (Argentero) è incaricato dalla bellissima Michelle (Herzigova), sua ex compagna e attrice in disgrazia, di sorvegliare il figlio sedicenne. Il ragazzo, però, muore in circostanze poco chiare in un incidente d’auto e Corso mette in atto una vera e propria indagine in solitaria. Scoprirà gli affari sporchi dell’avvocato Argento (Delbono), secondo marito di Michelle, e del corpo di polizia, che tenta di ostacolare in ogni modo il suo operato.
Il thriller, in Italia, è ormai genere raro e in via d’estinzione (bel paradosso per un paese che può contare su un carnet di nomi come Argento, Fulci e Bava), quindi lode e onore a Marco Risi che tenta con coraggio una strada ultimamente assai ostile e sfortunata.
Lo fa con una sceneggiatura lineare e un po’ scontata, di Andrea Purgatori e Jim Carrington, dove il bandolo della corruzione è ben chiaro sin dai primi minuti, con motivazioni piuttosto ovvie.
L’atmosfera disincantata e lugubre, però, regge, il regista ha l’estro felice e l’onestà dell’operazione non viene mai meno, considerata anche l’estrema dedizione di tutti alla causa, dal comparto tecnico (fotografia nerognola del compianto Marco Onorato, a cui il film è giustamente dedicato) alle interpretazioni.
Non si spiega altrimenti la singolare performance di Luca Argentero con barba e lupetto da maudit, che, come la miglior Edwige d’epoca, si concede una doccia notturna con annessa lotta greco romana in vesti adamitiche, dal pugno scopertamente cronenberghiano.
Giuseppe D’Errico
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