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“Quello che non so di lei”, un film di Roman Polanski, la recensione

Quello che non so di lei (D’après une histoire vraie, Francia, 2017) di Roman Polanski con Emmanuelle Seigner, Eva Green, Vincent Perez, Dominique Pinon

Sceneggiatura di Olivier Assayas e Roman Polanski, tratto da Da una storia vera di Delphine de Vigan

Thriller, 1h 50′, 01 Distribution, in uscita il 1 marzo 2018

Voto: 5 su 10

Un nuovo film di Roman Polanski è accolto sempre con un certo giubilo da ogni buon cinefilo: che piaccia o meno, lo sguardo del grande autore polacco non è mai banale e le sue opere non mancano mai di suscitare interesse. Non avulso da passi falsi (il più evidente, fino a ora, è senza dubbio La nona porta) o secche d’ispirazione (il kolossal Oliver Twist), da sempre ossessionato dalla manipolazione dell’uomo e dal suo isolamento, Polanski è tornato a dirigere la moglie Emmanuelle Seigner a cinque anni di distanza da Venere in pelliccia, sulla scorta di un romanzo di Delphine de Vigan e di una sceneggiatura scritta insieme a Olivier Assayas. La collaborazione fra talenti, ai quali dobbiamo aggiungere almeno la presenza nel cast di una favolosa Eva Green e di Alexandre Desplat alla composizione musicale, non ha dato però i frutti che era lecito attendersi.

“Lettere da Berlino”, la resistenza tedesca in un film ben confezionato

Lettere da Berlino (Alone in Berlin, Germania/Francia/GB, 2016) di Vincent Perez con Emma Thompson, Brendan Gleeson, Daniel Brühl, Mikael Persbrandt, Uwe Preuss, Lars Rudolph

Sceneggiatura di Vincent Perez, Achim von Borries, Bettine von Borries, dal romanzo “Ognuno muore solo” di Hans Fallada (ed. Sellerio)

Drammatico, 1h 37’, Videa, in uscita il 13 ottobre 2016

Voto: 6 su 10

Sono pochi i film prodotti che hanno come fulcro narrativo la resistenza tedesca al nazismo, forse uno dei più noti è il toccante La rosa bianca – Sophie Scholl di Marc Rothemund. Lettere da Berlino, del neo regista e stimato attore Vincent Perez (Indocina, La regina Margot), entra di diritto in questa ristretta cerchia. Tratto dal best seller di Hans Fallada “Ognuno muore solo”, definito da Primo Levi “il più grande libro mai scritto” sull’argomento, il film è un’occasione in più di riscatto per i tanti e dimenticati cittadini tedeschi che coraggiosamente si opposero alla dittatura hitleriana, spesso a costo della vita.