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“La stanza delle meraviglie – Wonderstruck”, un film di Todd Haynes, la recensione

La stanza delle meraviglie – Wonderstruck (Wonderstruck, Usa, 2017) di Todd Haynes con Oakes Fegley, Millicent Simmonds, Julianne Moore, Jaden Michael, Michelle Williams, Tom Noonan, Cory Michael Smith

Sceneggiatura di Brian Selznich dalla sua omonima graphic novel (ed. Mondadori)

Drammatico, 1h 57′, 01 Distribution, in uscita il 14 giugno 2018

Voto: 8½ su 10

La piccola Rose guarda attentamente suo padre che, come un fiume in piena, la rimprovera parlando velocemente. Lei cerca di capire quello che, con tanta veemenza, le sta dicendo e il suo sguardo, pur se fisso, sembra attraversare l’uomo, per perdersi in un orizzonte lontano, meta e riparo dei suoi pensieri più profondi. Pensieri che non può esprimere a voce perché Rose è sorda dalla nascita. Siamo nel 1927 e, nello sconforto del suo isolamento forzato, la ragazzina tenta una via di fuga, partendo alla volta di New York per cercare l’attrice Lillian Mayhew, di cui colleziona foto e con la quale, si scoprirà in seguito, ha un legame molto speciale. Il viaggio di Rose risulterà indispensabile affinché, a distanza di cinquant’anni, il giovanissimo Ben (Oakes Fegley), che a causa di un incidente ha perso l’udito, possa intraprendere il suo, lasciando la propria casa per rintracciare il padre che non ha mai conosciuto.

“Anomalisa”, intimismo esistenziale in stop motion da Charlie Kaufman

Anomalisa (id, Usa, 2015) di Charlie Kaufman, Duke Johnson con (le voci di) David Thewlis, Jennifer Jason Leigh, Tom Noonan

Sceneggiatura di Charlie Kaufman

Animazione, 1h 30′, Universal Pictures International Italy, in uscita il 25 febbraio 2015

Voto: 8 su 10

Atteso ritorno alla regia, dopo lo sfortunato Synecdoche, New York, del geniale sceneggiatore di Essere John Malkovich e Eternal Sunshine of the Spotless Mind. Charlie Kaufman, in coppia con l’esperto animazionista Duke Johnson, firma con Anomalisa un dramma esistenziale in stop motion a passo uno – ossia fotogramma per fotogramma – che non si discosta molto dai malesseri che permeavano l’opera precedente.