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David di Donatello 2014: “Il Capitale Umano” di Virzì è il Miglior Film, tutti i premi

Doveva essere un duello all’ultimo David tra i due maggiori contendenti e così è stato. Il Miglior Film italiano è risultato Il capitale umano di Paolo Virzì, mentre La grande bellezza di Paolo Sorrentino fa suo il riconoscimento per la Miglior Regia e il Miglior Produttore. David anche per Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Gifuni e Valeria Golino, tutti per Il capitale umano, mentre è Toni Servillo il Miglior Attore per La grande bellezza. A Paolo Virzì, Francesco Bruni e Francesco Piccolo il David alla Miglior Sceneggiatura per Il capitale umano. Il tutto in una serata ore pasti, in diretta televisiva su Rai Movie (in differita in notturna su Rai Uno) e condotta da un pessimo Paolo Ruffini e da una radiosa Anna Faglietta, all’insegna della più totale indecenza logistica e organizzativa, ma tant’è. Di seguito tutti i premi.

“Philomena”, immensa Judi Dench in una grande lezione di cinema

Philomena (id, GB, 2013) di Stephen Frears, con Judi Dench, Steve Coogan, Charlie Murphy, Sean Mahon, Mare Winnigham, Sophie Kennedy Clark

Sceneggiatura di Steve Coogan e Jeff Pope, dal libro “The Lost Child of Philomena Lee: A Mother, Her Son and a 50 Year Search” di Martin Sixsmith

Drammatico, 1h 34′, Lucky Red, in uscita il 19 dicembre 2013

Voto D’Errico: 10 su 10

Voto Ozza: 10 su 10

Il film di questo Natale è Philomena di Stephen Frears, presentato in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove è stato tra i titoli più amati e applauditi (e forse anche il più bistrattato: ha raccolto “solo” il premio per la miglior sceneggiatura) e ora nelle sale con Lucky Red per un bel regalo delle feste. Oggetto raro e incantevole, accolto dal regista britannico di Le relazioni pericolose dalle mani di Steve Coogan, che l’ha scritto con abilità innata insieme a Jeff Pope, interpretato e finanche prodotto per salvaguardarne il risultato finale, assolutamente encomiabile. Perché il film, partendo da un materiale a prima vista vecchio e lacrimoso, ricava uno straordinario racconto di vita che è anche un’illuminante lezione di cinema e di tecnica narrativa.

Venezia70, le minirecensioni: “Philomena”, “Memphis”, “Child of God”, “La belle vie”

Philomena (id, GB, 2013) di Stephen Friers, con Judi Dench, Steve Coogan, Charlie Murphy, Sean Mahon, Mare Winnigham, Sophie Kennedy Clark

Sceneggiatura di Steve Coogan, Jeff Pope, dal libro “The Lost Child of Philomena Lee: A Mother, Her Son and a 50 Year Search” di Martin Sixsmith

Drammatico, 1h 34′

Voto: 10 su 10

La storia vera di Philomena Lee, madre coraggio che cerca suo figlio, sottrattole dalle suore quando era ancora adolescente. La aiuterà un giornalista che fiuta l’occasione del rilancio. Sette anni dopo The Queen (e reduce dal dimenticabile Una ragazza a Las Vegas), il regista britannico Stephen Friers torna a Venezia con un indimenticabile ritratto di madre che è anche un inappuntabile esempio di rigore, intelligenza e struttura cinematografica. Dramma e commedia convivono talmente bene da valorizzarsi a vicenda, i dialoghi raccolgono applausi a scena aperta, la regia non perde un colpo, gli attori furoreggiano, dall’immensa Judi Dench al serafico Steve Coogan, anche sceneggiatore e produttore. Una grande lezione di cinema. In Concorso.