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“Quello che non ho”, Neri Marcorè in una miscela esplosiva tra Pasolini e De André

QUELLO CHE NON HO

con Neri Marcorè
liberamente ispirato all’opera di Pier Paolo Pasolini
e con Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini (voci e chitarre)
canzoni di Fabrizio De Andrè
arrangiamenti musicali Paolo Silvestri
collaborazione alla drammaturgia Giulio Costa
drammaturgia e regia Giorgio Gallione

Andato in scena al Teatro “Il Celebrazioni” di Bologna.

Voto: 9 su 10

“Perché la nostra vita è dominata da scontentezza, dall’angoscia, dalla paura della guerra, dalla guerra?”, queste sono le parole che introducono il film documentario “La rabbia” di Pier Paolo Pasolini e questi gli interrogativi ai quali, uno dei più grandi letterati del Novecento ha cercato di rispondere con le sue poesie, i suoi romanzi, i suoi film. Insomma, tutta la sua opera.
Neri Marcorè, che conosciamo come ottimo imitatore, ha spesso fornito prova della sua voglia di approfondire le radici culturali del nostro Paese e, nello spettacolo “Quello che non ho” andato in scena al Teatro “Il Celebrazioni” di Bologna, ha fuso due dei più grandi pensatori del nostro tempo e li ha resi parte di un discorso complesso, che inizia da lontano e arriva fino ai giorni nostri, attraverso un sublime esempio di teatro-canzone.

“Latin Lover”, l’ultima Virna Lisi in una commedia corale sul mito del divo

Latin Lover (Italia, 2015) di Cristina Comencini con Virna Lisi, Marisa Paredes, Valeria Bruni Tedeschi, Angela Finocchiaro, Francesco Scianna, Candela Peña, Pihla Viitala, Nadeah Miranda, Cecilia Zingaro, Neri Marcorè, Lluis Homar, Claudio Gioè, Toni Bertorelli, Jordi Mollà

Sceneggiatura di Cristina Comencini, Giulia Calenda

Commedia, 1h 44′, 01 Distribution, in uscita il 19 marzo 2015

Voto: 6½ su 10

Avevamo lasciato Cristina Comencini al cinema con l’infelicissimo Quando la notte (2011), un drammone plumbeo e glaciale, e la ritroviamo oggi con una commedia corale, familiare, assolata e per certi aspetti autobiografica. Non è un mistero che alla regista e scrittrice figlia d’arte (il grande Luigi insegna) siano sempre piaciute le farse casalinghe con pluralità di voci, come dimostrano i deliziosi Matrimoni e Liberate i pesci; con Latin Lover, oltre a delineare con divertita ironia un campionario femminile dalle tante sfaccettature, si sofferma a riflettere sull’indimenticabile epoca del cinema italiano che il mondo invidiava e sul mito del divo.