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Straight to Video: “The Paperboy” di Lee Daniels, Sud, sesso e paludi

The Paperboy (id, Usa, 2012) di Lee Daniels, con Matthew McConaughey, Zac Efron, Nicole Kidman, John Cusack, Macy Grey, Scott Glenn, David Oyelowo, Ned Bellamy, Nealla Gordon

Sceneggiatura di Lee Daniels e Peter Dexter, dal romanzo omonimo di Peter Dexter

Drammatico, 1h 47′, 01 Distribution, in dvd da giugno 2014

Voto: 6 su 10

Ineguagliato oggetto di linciaggio a Cannes 2012, dove venne presentato in concorso, The Paperboy di Lee Daniels è il classico film-scandalo di cui è molto più facile (e conveniente) parlar male che bene. I detrattori hanno le loro buone ragioni: storiaccia morbosa per feticisti della nera più marcia, con uno stuolo di star dedite a maltrattare il loro status divistico con personaggi tra il borderline e il trash sfrenato. E non è tutto, i momenti scult si sprecano, con la Kidman mattatrice assoluta mentre mima una fellatio a gambe larghe e bocca spalancata, o quando orina su Efron per rimediare alle bruciature delle meduse. Spazzatura, si direbbe, tanto che anche il distributore italiano (Andrea Leone per Rai Cinema) dopo averlo ghiottamente acquistato, si è ben guardato dal farlo uscire in sala.

“The Butler”, retorica, lacrime e marketing presidenziale

The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (The Butler, Usa, 2013) di Lee Daniels, con Forest Whitaker, Oprah Winfrey, David Oyelowo, Robin Williams, Jane Fonda, Alan Rickman, James Marsden, Alex Pettyfer, Vanessa Redgrave, Mariah Carey, Lenny Kravitz, Cuba Gooding jr, John Cusack, Terrence Howard, Liev Schreiber, Jesse Williams, Clarence Williams III, Yaya Alafia, Colman Domingo, Nelsan Ellis, Minka Kelly, Elijah Kelley

Sceneggiatura di Danny Strong, dall’articolo “A Butler Well Served by This Election” di Wil Haygood apparso sul Washington Post il 7 novembre 2008

Drammatico, 2h 18′, Videa, in uscita il 1 gennaio 2014

Voto: 4 su 10

Hollywood non è nuova ai lavaggi di coscienze spettacolarizzati sul grande schermo cinematografico. A dire il vero, l’atteggiamento ha prodotto anche pellicole sinceramente toccanti sull’argomento della segregazione razziale (Il colore viola di Steven Spielberg è solo uno di questi), più spesso ne sono venute fuori operazioni scopertamente programmatiche e didascaliche, atte a colpire principalmente i condotti lacrimali dello spettatore con cascate di melassa e retorica storica. In questo secondo filone rientra, ahinoi, il film dell’impegnato, nero e gay Lee Daniels, solo qualche anno fa artefice di un bel ritratto di degrado sociale contemporaneo, quel Precious candidato a sei Oscar e vincitore di due, che lo consacrò agli occhi del pubblico e alle penne della critica.