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“L’altra metà della storia”, un film di Ritesh Batra, la recensione

L’altra metà della storia (The Sense of an Ending, GB, 2017) di Ritesh Batra con Jim Broadbent, Charlotte Rampling, Harriet Walter, Billy Howle, Freya Mavor, Joe Alwyn, Emily Mortimer, James Wilby, Matthew Goode, Michelle Dockery

Sceneggiatura di Nick Payne, dal romanzo “Il senso di una fine” di Julian Barnes (ed. Einaudi)

Drammatico, 1h 48′, BiM, in uscita il 12 ottobre 2017

Voto: 6 su 10

Riduzione cinematografica dell’apprezzato romanzo di Julian Barnes Il senso di una fine, il film di Ritesh Batra è soprattutto l’occasione per riunire sul grande schermo due splendidi attori come Jim Broadbent e la sempre eterea e magnetica Charlotte Rampling. L’altra metà della storia è un canto sofferto dei ricordi giovanili che trasforma il flusso di coscienza della matrice letteraria in una costruzione drammaturgica più tradizionale, con salti temporali tra passato e presente e più di un debito verso il meccanismo narattivo di un altro celebre romanzo, Espiazione di Ian McEwan, divenuto a sua volta un gran bel film nelle mani di Joe Wright.

“Bridget Jones’s Baby”, un ritorno esilarante per la single della Zellweger

Bridget Jones’s Baby (id, GB, 2016) di Sharon Maguire con Renee Zellweger, Colin Firth, Patrick Dempsey, Emma Thompson, Jim Broadbent, Gemma Jones, Sarah Solemani, James Callis

Sceneggiatura di Helen Fielding, Dan Mazer, Emma Thompson

Commedia, 2h 02’, Universal Pictures International Italy, in uscita il 22 settembre 2016

Voto: 7½ su 10

È vero che il cinema non ha più idee, che ormai si gioca solo di remake, di sequel, di prequel, di reboot. Ma di Bridget Jones si sentiva la mancanza, soprattutto dopo averla congedata con un infelicissimo secondo capitolo cinematografico. L’eroina delle single di tutto il mondo andava vendicata e, dopo 12 anni, ritorna in grande spolvero a soffiare sopra 43 candeline e a dividersi tra due esemplari maschili mica male! È Bridget Jones’s Baby, la terza avventura dell’irresistibile e scorrettissimo personaggio tratto dal romanzo di Helen Fielding che, per l’occasione, è chiamata in sceneggiatura al fianco dell’esperto Dan Mazer e nientemeno della grandissima Emma Thompson (che si ritaglia una particina strepitosa). Torna in regia, invece, Sharon Maguire, che aveva saputo ben dirigere il primo capitolo, mentre a interpretare l’imbranata Bridget c’è sempre Renee Zellweger, ancora una volta anima e corpo di un ruolo che l’ha consacrata, ancora una volta perfetta, nonostante gli inutili ritocchi estetici.

“Brooklyn”, un’attrice sensibile in un romanzo di formazione delicato

Brooklyn (id, Usa, 2015) di John Crowley con Saoirse Ronan, Emory Cohen, Domhnall Gleeson, Jim Broadbent, Julie Walters, Jessica Paré, Brid Brennan

Sceneggiatura di Nick Hornby, dal romanzo omonimo di Colm Tóibín (ed. Bompiani)

Drammatico, 1h 53′, 20th Century Fox Italy, in uscita il 17 marzo 2016

Voto: 7½ su 10

Un tempo erano i cosiddetti “film per signore”, ossia poplettoni melodrammatici in costume con un’eroina femminile preda di straordinari travagli sociali e sentimentali, ma forte di un’integrità morale incrollabile. Il commento del pubblico era “è stato molto bello, ho pianto tanto” mentre si asciugava ancora il naso gocciolante di commozione. Genere cinematografico sublime e sempre meno frequente nelle odierne sale, ne ripropone una serie di nuances questo Brooklyn, diretto dall’attento John Crowley (Intermission, Boy A) e scritto con grandissima delicatezza da Nick Hornby, a partire dal romanzo omonimo di Colm Tóibín.