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“Prima di andar via” di Filippo Gili, uno spettacolo di Francesco Frangipane, la recensione

PRIMA DI ANDAR VIA
di Filippo Gili

Con Giorgio Colangeli, Filippo Gili, Michela Martini, Barbara Ronchi, Aurora Peres
Musiche originali Roberto Angelini
Scenografia Francesco Ghisu
Luci Giuseppe Filipponio
Costumi Biancamaria Gervasio
Assistente alla regia Laura Fronzi
Foto Andrea Giansanti
Produzione Argot Studio
Regia Francesco Frangipane

In scena al Piccolo Eliseo dal 9 al 27 maggio

Voto: 6 su 10

Prima di andar via Francesco confessa il proprio dolore ai genitori e alle due sorelle, una sera, a cena. Poche parole lapidarie che falciano la normalità di una tranquilla famiglia borghese, ad annunciare una decisione irremovibile e dilaniante. Al disimpegnato chiacchiericcio che connotava la normalità di quell’assemblea ignara si sostituisce – immediatamente – un silenzio sordo, fiato mozzato e pensieri spezzati da una ferale verità pronunciata all’improvviso, senza alcun pietoso e inutile giro di parole. Come un colpo ricevuto alla bocca dello stomaco i commensali prendono ciascuno un tempo per tornare a respirare, provando a ragionare prima di aver qualcosa da dire per tentare di reagire, contrattaccare, provare a mutare una scelta che non può lasciarsi compiere, di lì a poche ore.

“Finale di partita” di Samuel Beckett, uno spettacolo di Filippo Gili, la recensione

FINALE DI PARTITA
di Samuel Beckett

Regia a cura di Filippo Gili
Con Giorgio Colangeli, Giancarlo Nicoletti, Matteo Quinzi, Olivia Cordsen
Scene: Roberto Rabaglino
Costumi: Giulio Villaggio
Disegno luci: Daniele Manenti
Aiuto regia: Tommaso Arati di Maida
Una produzione Altra scena & I due della città del sole

In scena allo Spazio Diamante dal 2 all’11 marzo

Voto: 8 su 10

C’è un uomo, Hamm, che trascorre giorni sempre uguali, paralizzato da una solitudine che lo costringe ad immaginare racconti che non giungono mai ad una conclusione; le sue quotidiane, stanche interazioni, sono bonarie schermaglie con il servile Clov, un tuttofare inquieto, che tuttavia esiste in funzione delle mansioni che il suo padrone gli assegna, con apatica noncuranza. Ham e Clov si trovano accerchiati dentro delle mura dove trovano posto due bidoni della spazzatura all’interno dei quali albergano in pianta stabile due persone, che Hamm considera i suoi genitori e che richiama, di tanto in tanto, senza aver nulla da dire loro, tanto per spezzare la noia di giornate sempre uguali, aspettando una Fine che non arriva, salvifica, a mutare il soffocante status quo.

“Il più bel secolo della mia vita”, risate garantite e applausi sinceri

Casanova Teatro presenta

IL PIU’ BEL SECOLO DELLA MIA VITA

scritto e diretto da Alessandro Bardani e Luigi Di Capua
Con Giorgio Colangeli, Francesco Montanari e Maria Gorini
Collaborazione al testo: Vita Rosati
Scene: Emanuela Netta Brandizzi
Costumi: Laura Di Marco
Luci: Marco Laudando
Musiche originali: Deserto Rosso e Vittorio Giannelli

Sabato 18 e Domenica 19 aprile presso il Teatro Biblioteca Quarticciolo

Voto: 7½ su 10

Durante un incontro della F.A.E.G.N. (Associazione nazionale figli adottivi e genitori naturali) Giovanni – organizzatore dell’evento – conosce Gustavo, un novantanovenne saccente e sboccato: entrambi sono figli non riconosciuti alla nascita, detti in gergo “N.N.”. Una legge, unica in Europa, vieta loro di venire a conoscenza delle identità dei genitori naturali fino al compimento del centesimo anno di età. Giovanni, trentenne insicuro e roso da mille dubbi, ha trovato nell’impegno che profonde nell’Associazione l’unica valvola di sfogo che lo sottrae all’inedia esistenziale che ha messo in crisi anche il rapporto che lo lega alla fidanzata (Maria Gorini). Gustavo, che vive in un ospizio (o meglio “casa di riposo” come lui ama precisare), e passa la maggior parte del tempo su una sedia a rotelle, è invece un vitalissimo (quasi) centenario che sembra aver interesse per tutto tranne per la causa portata avanti con tanti sforzi dal buono ma un po’ mesto Giovanni. Il compimento del centesimo anno di età dell’arzillo anziano sarà occasione, per entrambi, di forzare i propri limiti e le proprie convinzioni.

“Una piccola impresa meridionale”, Rocco e i suoi peccatori

Una piccola impresa meridionale (Italia, 2013) di Rocco Papaleo, con Rocco Papaleo, Riccardo Scamarcio, Barbora Bobulova, Giuliana Lojodice, Claudia Potenza, Sarah Felberbaum, Giovanni Esposito, Giampiero Schiano, Mela Esposito, Giorgio Colangeli

Sceneggiatura di Rocco Papaleo e Walter Lupo, dal romanzo omonimo di Rocco Papaleo

Commedia, 1h 43’, Warner Bros Pictures Italia, in uscita il 17 ottobre 2013

Voto: 6 su 10

L’avevamo lasciato apprezzatissimo co-conduttore del Festival di Sanremo, oltre che attore in un paio di commedie da botteghino facile (È nata una star al fianco di Luciana Littizzetto) e con qualche ambizione di satira sociale (Viva l’Italia di Massimiliano Bruno). Lo ritroviamo regista, nonché interprete principale, della sua opera seconda per il grande schermo, dopo l’applaudito esordio on the road sudista a suon di jazz Basilicata coast to coast. Torna Rocco Papaleo, e con lui tutta quella gamma di genuini sapori popolari con cui si è fatto voler bene in passato.

Trilussa: Una tragedia Rai in due atti… o puntate

Titolo: Trilussa. Storia d’amore e di poesia
Regia: Lodovico Gasparini
Con:  Michele Placido, Monica Guerritore, Alfredo Pea, Rodolfo Laganà, Giorgio Colangeli, Valentina Corti

Voto:  5 su 10

E’ andata in onda l’11 e 12 marzo ma la nostra recensione viene pubblicata solo adesso e dopo un attento consulto dello staff. La premessa è necessaria visto che si parla di un’altra fiction targata Rai e che per un’altra volta il voto si attesta sulla mediocrità.
La miniserie in due puntate “Trilussa. Storia d’amore e di poesia” è l’ennesimo prodotto non all’altezza degli standard che ci si aspetta dalla televisione di Stato.