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“Io prima di te”, fiaba triste per un lacrima-movie ben servito

Io prima di te (Me Before You, Usa, 2016) di Thea Sharrock con Sam Claflin, Emilia Clarke, Matthew Lewis, Janet McTeer, Stephen Peacocke, Charles Dance, Jenna Coleman

Sceneggiatura di Jojo Moyes, dal romanzo omonimo di Jojo Moyes (ed. Mondadori)

Sentimentale, 1h 50’, Warner Bros. Pictures Italia, in uscita il 1 settembre 2016

Voto: 6½ su 10

A quasi 50 anni da Love Story e a più di 20 da Scelta d’amore, ritorna il melodramma terminale, lacrimoso e moralmente costruttivo, che tanto si è riaffermato dopo il successo di Colpa delle stelle e simili. A quello stesso tipo di pubblico è indirizzato Io prima di te, una commedia sentimentale venata dei più infausti presagi, tratta dal best seller omonimo di Jojo Moyes, che ne ha anche curato la sceneggiatura.

“Woman in Gold”, la frode nazista con una superba Helen Mirren

Woman in Gold (id, Usa/GB, 2015) di Simon Curtis con Helen Mirren, Ryan Reynolds, Daniel Brühl, Katie Holmes, Max Irons, Tatiana Maslany, Charles Dance, Elizabeth McGovern, Jonathan Pryce, Frances Fisher, Tom Schilling, Moritz Bleibtreu, Antje Traue

Sceneggiatura di Alexi Kaye Campbell

Drammatico, 1h 50′, Eagle Pictures, in uscita il 15 ottobre 2015

Voto: 7 su 10

In un periodo in cui il cinema non ha più belle storie da raccontare, il regista inglese Simon Curtis (quello delle miniserie Bbc e del delizioso My Week with Marilyn) porta sugli schermi una gran bella storia, di quelle appassionanti e giustamente edificanti, da far tornare a casa il pubblico contento e arricchito di un qualcosa che è bene conoscere. La Shoah è un pozzo senza fine di vergogne, ma solo di recente sono venuti alla luce i sacchi dei nazisti alle opere d’arte del popolo ebraico.

“Child 44”, spreco di cast in un thriller bellico sfilacciato

Child 44 – Il bambino n. 44 (Child 44, Usa, 2014) di Daniel Espinosa con Tom Hardy, Noomi Rapace, Gary Oldman, Joel Kinnaman, Paddy Considine, Jason Clarke, Vincent Cassel, Tara Fitzgerald, Charles Dance

Sceneggiatura di Richard Price, dal romanzo “Bambino 44” di Tom Rob Smith (ed. Sperling & Kupfer)

Thriller, 2h 17′, Adler Entertainment, in uscita il 30 aprile 2015

Voto: 4 su 10

Diversi punti andavano a favorire curiosità verso questo Child 44, thriller bellico tratto dal best seller omonimo di Tom Rob Smith: è ispirato alla storia vera del serial killer di Rostov, che tra il 1979 e il 1985 fece strage di giovani innocenti per poi essere arrestato solo molti anni dopo; è stato messo al bando dalla Russia di Putin per vilipendio all’immagine del paese e travisamento storico dei fatti; vanta un cast di pregio, un regista appassionato (Espinosa ha diretto Safe House), una firma autorevole in sede di scrittura (Price ha sceneggiato per Robert Mulligan, Martin Scorsese e Spike Lee) e un produttore come Ridley Scott.

“The Imitation Game”, il biopic su Turing, necessario e impersonale

The Imitation Game (id, GB/Usa, 2014) di Morten Tyldum con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Rory Kinnear, Charles Dance, Mark Strong, Matthew Beard, Tuppence Middleton, Allen Leech

Sceneggiatura di Graham Moore, dalla biografia “Alan Turing. Storia di un enigma” di Andrew Hodges (ed. Bollati Boringhieri)

Biografico, 1h 54′, Videa, in uscita il 1° gennaio 2015

Voto: 6 su 10

Nel settembre del 2009, il primo ministro inglese Gordon Brown, a nome del governo britannico, si scusava agli occhi della scienza e della storia per il trattamento omofobico riservato, oltre 55 anni prima, al criptoanalista Alan Turing, un grande uomo di scienza che, nel corso della seconda guerra mondiale, decifrò il codice Enigma, utilizzato dai tedeschi per comunicazioni spionistiche. Se la vicenda storica ha avuto vasta eco nel tempo (anche cinematografica: non ultimo, il film Enigma di Michael Apted), non altrettanto è successo per la terribile parabola discendente di Turing, mente geniale e segretamente omosessuale nell’Inghilterra bigotta a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta. Doveroso portare all’interesse pubblico la storia di un uomo che contribuì a ridurre la durata della guerra e, quindi, a salvare milioni di vite, ricompensato con una condanna per “atti osceni”, tradotta in una segregazione forzata e nella castrazione chimica a base di estrogeni sintetici per sfuggire al carcere.