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Venezia76 – Concorso: “Marriage Story”, un film di Noah Baumbach, la recensione

Marriage Story (id, Usa, 2019) di Noah Baumbach con Scarlett Johansson, Adam Driver, Laura Dern, Alan Alda, Ray Liotta, Julie Hagerty, Azhy Robertson, Marck O’Brien, Wallace Shawn, Merritt Wever

Sceneggiatura di Noah Baumbach

Drammatico, 2h 16’, Netflix

Voto: 7½ su 10

Il re del mumblecore statunitense e il cinema come elemento taumaturgico per i propri drammi privati. Marriage Story (distribuisce Netflix dal 6 dicembre) è il film con cui Noah Baumbach rilegge, almeno in parte, il proprio divorzio dall’attrice Jennifer Jason Leigh, dopo aver già affrontato il tema col folgorante Il calamaro e la balena (2005), in cui riviveva la sua esperienza di figlio di genitori divorziati. Attraverso la naturale empatia cinematografica che, si spera, ogni buona pellicola dovrebbe essere capace di infondere, il regista attua un transfert di affidamento totale al mezzo per provare a comprendere come un matrimonio possa trasformarsi in un incubo giuridico inevitabilmente concepito per dividere, dove le singole parti si isolano nella propria storia, escludendo quella dell’altra.

“Il ponte delle spie”, Spielberg classico per una spy story diplomatica

Il ponte delle spie (Bridge of Spies, Usa, 2015) di Steven Spielberg con Tom Hanks, Mark Rylance, Amy Ryan, Sebastian Koch, Austin Stowell, Will Rogers, Scott Shepherd, Alan Alda

Sceneggiatura di Matt Charman, Ethan Coen, Joel Coen

Drammatico, 2h 20′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 16 dicembre 2015

Voto: 7 su 10

Negli anni ’50, in piena guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica, l’FBI arrestò una ricercatissima spia russa, Rudolf Abel (Rylance), residente a New York. Per salvare le apparenze di democrazia, all’imputato venne garantito un regolare processo, ma la condanna non fu di morte ma di ergastolo. Nel clima di paranoia dilagante tra la popolazione americana, un risultato del genere fu un vero colpo al cuore all’incolumità del paese. E invece l’avvocato difensore di Abel, James Donovan (Hanks), un legale assicurativo di Brooklyn con capacità innate di negoziazione, grazie a una saggia lungimiranza, propose e ottenne di mantenere in vita l’imputato per poterlo utilizzare come merce di scambio per possibili trattazioni diplomatiche future. Cosa che puntualmente avvenne: un aereo spia americano viene abbattuto su suolo sovietico e il suo pilota (Stowell) condannato a dieci anni di reclusione in Russia; uno studente universitario americano (Rogers) viene arrestato con accusa di cospirazione a Berlino Est. Donovan si batte per uno scambio: Rudolf Abel per i due cittadini statunitensi.