Maria per Roma (Italia, 2016) di Karen Di Porto con Karen Di Porto, Andrea Planamente, Cyro Rossi, Diego Buongiorno, Nicola Mancini, Lorenzo Adorni, Massimiliano Padovan Di Benedetto, Paolo Samoggia
Sceneggiatura di Karen Di Porto
Drammatico, 1h 33′
Voto: 7 su 10
Prende il nome da un detto romano il film dell’esordiente regista Karen Di Porto, Maria per Roma, che incarna il multitasking in cui siamo costretti a vivere. È il racconto di una giornata di lavoro della giovane Maria, attrice – orfana di padre e dal rapporto controverso con la madre – che per mantenersi fa la key holder (porta le chiavi ai turisti che affittano una casa in città per le vacanze). La vediamo correre, sempre insieme alla sua cagnolina Bea, fra le prove a teatro, i check-in dei turisti, e l’avventura che solo Roma può regalare, fra situazioni comiche ed esilaranti.
Il film ha una forte base autobiografica, e racconta con estrema ironia le difficoltà quotidiane di chi “tira a campare” inseguendo un sogno fra mille difficoltà. Roma, fra arte, traffico e turismo, è al contempo protagonista e spettatrice della vita di Maria. La città appare esattamente com’è per chi la vive: calda e fredda. Ti accoglie, ti coccola e un attimo dopo ti allontana facendosi odiare.
La pellicola porta sullo schermo tutte le frenesie di cui è vittima Maria, ma anche le illusioni e i sogni. Nel dramma del precariato – della stessa protagonista ma anche dei suoi innumerevoli amici, fra cui spicca il non eroico Cesare, artista di strada che per vivere interpreta Gesù ai Fori Imperiali – la regista cerca di trarre sempre il lato positivo, mantenendo i toni caldi della commedia.
Più cade, più si rialza e quello che colpisce è che lo fa con il sorriso. Un po’ Alice, un po’ Amèlie. Sconclusionata ma simpatica, Maria, non si può non adorarla.
Angela Di Giacomantonio
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