Gli aristojazz dei Balocchi fanno crollare le pareti

GLI ARISTOJAZZ

Regia Sasà Neri
Tratto da Gli aristogatti
Costumi Titti Galasso, Mimma Matina, Giulia Alesci
con Bernadette Malaponti, Jeff Anderson, Gabriele Casablanca, Michele Espro, Margherita Frisone, Luciano Accordi e Mario Sturniolo, Alice Ingegneri, Gianpiero Santoro e Marea Mammano, Alessandra Borgosano e Nancy Catalano, Francesco Gerbino, Riccardo Ingegneri, Cristina Dainotti
E con Marica Calogero, Chiara Caravella, Davide Caputo, Simone Siclari, Miriam Nicolosi

Andato in scena al Teatro Annibale Maria di Francia di Messina

Voto: 9 su 10

Sfondo nero, strumenti a vista e tre gradini che portano ad una cascata di luci che trasportano immediatamente a Broadway. Quando si apre il sipario su “Gli Aristojazz” è subito anni venti, gangster, ballerine e pallide dame incipriate, ma soprattutto è immediatamente una sferzata di energia che travolge il pubblico. Il ritmo dello spettacolo messo in scena dalla Compagnia dei Balocchi è incalzante ed esilarante, non si ha il tempo per lasciar spengnere la risata per una battuta che subito la successiva riaccende l’entusiasmo facendo scorrere via due ore in un battito di ciglia, e notare bene che molto spesso gli spettatori hanno provato a non chiuderli gli occhi per non perdersi nemmeno un attimo della spiccata espressività degli interpreti di tutto il cast.

Lo spettacolo nasce dal classico Disney “Gli aristogatti” ma questo si trasforma effettivamente in qualcosa di completamente diverso ad opera della regia di Sasà neri. Prima di tutto non abbiamo più dei gatti, i personaggi 15698207_1313621235355488_1505675107941570017_nvengono infatti umanizzati, il tutto per assolvere ad una nobile funzione metateatrale che permette tra le altre cose di scoprire la leggenda su come sia nato il Musical, a tal proposito le vicende vengono spostate da Parigi a New York, ma come motivarlo? Con il brillante espediente di una prefazione. Lo show si apre infatti con un avanspettacolo portato sul palco dagli allievi della scuola di Musical della compagnia, i giovanissimi raccontano dell’antefatto che spiega perché Madame Adelaide, i suoi fedeli compagni felini (diventati i nipoti), Edgar (che si proporrà di sposare l’anziana cantante d’opera), e il fedele avvocato George decidano di lasciare il vecchio continente per spostarsi nella terra delle opportunità. Ma non sono i soli, ad imbarcarsi infatti ci sono anche un gruppo di Bohemien, artisti di strada, capitanati da Scat Cat che non riuscendo più a guadagnare nulla negli arrondissement parigini decidono – su suggerimento dell’amico Romeo – di vendere un vecchio pianoforte e dare una possibilità al nuovo continente. Le giovani promesse sono tantissime ed hanno il grande talento di riuscirsi a muovere nello stretto spazio del proscenio, sempre attentissimi a non oltrepassare la linea del sipario dietro cui si cela il resto dello spettacolo.

Una volta che tutti si sono imbarcati scopriamo il resto della scena e il tutto inizia con uno scoppiettante15672557_1313623668688578_8281152728185799215_n numero musicale che è solo il primo di una lunga serie di vibranti momenti canori, rigorosamente dal vivo, contraddistinti da una cura nell’allestimento, a cura di Agnese Carrubba, che è ineccepibile in ogni momento. Originali e visivamente impressionanti anche le coreografie di Claudia Bertuccelli sia nelle parti messe in scena dalle due ballerine Sara Leonardi e Valeria Saja che nei momenti corali danzati da tutto il cast.

Se per molti versi la storia generale rimane uguale – Duchessa e i suoi figli che sono gli eredi di Madame Adelaide, una cantante d’opera ricchissima ma ormai vecchia e morente – ci sono dei piccoli cambiamenti che amplificano la qualità comica dello show, ad esempio Edgar diventa l’avido marito di Madame, mentre Scat Cat è il proprietario di un NightClub in cui i protagonisti trovano riparo, il protagonista Romeo non è un semplice gattaccio romano di strada, ma il P.R. Dello Chat Noir, il club dove unendo le sonorità del Jazz e le capacità danzerecce delle gemelle Adelina e Guendalina Blabla (da Oche a Soubrette inglesi), si arriverà a fondare la prima compagnia di Musical d’America.

15589620_1313628335354778_4161269078572966402_nAssolutamente brillante la performance di Margherita Frisone che interpreta Groviera, che non è più un semplice topolino ma una fedelissima cameriera capace di strappare risate e stupore quando si ritrova a cantare la celebre aria “Habanera” dalla Carmen di Bizet, per poi passare al classico “Blue Moon”. Michele Espro inoltre è un Don Giovanni impenitente, Jazzista di sopraffina scuola ed eccezionale ballerino, capace di reggere la scena da consumato attore. E’ genericamente ottima la risposta di tutto il cast, la gestione dei tempi comici e la capacità di coinvolgimento del pubblico.

Bellissimi gli arrangiamenti musicali e in particolare il mash-up tra il classico “Tutti quanti voglion fare il jazz” e “Don’t mean a thing”; il pezzo arriva così inaspettato da scioccare il pubblico che si è concesso una standing ovation entusiasta a metà spettacolo, replicata poi alla fine. Oltre a questo spiccano le aggiunte di numerosi pezzi del repertorio Jazz e Blues superbamente interpretati da molti membri del cast (“At Last” cantata da una bravissima Bernadette Malaponti/Duchessa; Why don’t you do right ad opera delle gemelle Adelina e Guendalina/Alessandra Borgosano e Nancy Catalano; Jumping Jack cantata da Scat Cat/Michele Espro; “The man I love” performance di 15697348_1313612835356328_3002195945767227434_nBillie/Marica Calogero; “The cat Came back” ululata da Napoleone e Lafayette/Luciano Accordi e Mario Sturniolo) tutti supportati dalla band composta da Giulio Decembrini (pianoforte), Roberto Randazzo (chitarra), Riccardo Ingegneri (basso, interpreta anche l’avvocato, George) e Andrea Trovato (batteria). Bellissimi i costumi di Titti Galasso, Mimma Matina e Giulia Alesci, che ci restituiscono il ruggente stile dei primi anni del ‘900 con lustrini, frange e colori accesi.

La compagnia dei Balocchi si conferma ancora una volta più che valida con i suoi allestimenti di Musical di derivazione Disneiana, sempre più rivolti ad un pubblico che comunque coinvolge anche gli adulti grazie alla capacità di integrare e reinventare, non ci resta che sperare di vedere presto nuove repliche di questo piccolo gioiello andato in scena al teatro Annibale Maria di Francia di Messina poco prima di Natale ed accolto dagli spettatori come un regalo più che gradito.

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