Il trombettista Fulvio Sigurtà pubblica “SPL”, il suo terzo album con la Cam Jazz, in uscita martedì 16 aprile 2013.
Dopo l’esordio di House of Cards e Through the Journey in duo con il pianista Claudio Filippini, SPL (acronimo di Sound Pressure Level) è un disco che racchiude tutto il bagaglio artistico di Sigurtà e che rivendica, sempre più fortemente, l’esigenza di una musica senza più confini.
Bresciano di nascita ma londinese d’adozione e forte di un’esperienza europea al fianco di formazioni non strettamente legate alle sonorità jazz, Fulvio Sigurtà, premio Top Jazz 2011 come Miglior Nuovo Talento, ci offre un ascolto aperto e trasversale, riunendo in un album dal forte impatto sonoro, tutti i linguaggi musicali di cui è padrone: Jazz, tanto Jazz, ma anche Progressive, Elettronica, Reggae , Drum & Bass e Noise
Maturità raggiunta per Fulvio Sigurtà, il quale concede spazio a tutti i suoi ospiti, rifugge dall’ingrato compito di erigersi a unico attore protagonista di un lavoro che invece trova nella coralità il suo più intimo manifestarsi. L’attacco è inaspettato, seducente, provocatorio: il tema esposto dalla tromba in Like A Bird, Like You Cage, che contrappone simbolicamente tre momenti temporali di un’ipotetica fuga o liberazione, incanta e galleggia in un limbo melodico, fin quando, improvvisamente, tutto diventa minacciosamente meno rassicurante, galeotti i tamburi di Alessandro Paternesi.
Quella tromba, all’inizio, è come una goccia di rugiada, tenera e solitaria, che ancora deve posarsi in un grande fiume, e quando lo fa, diventa altro, si mescola e reinventa, rimbalza e s’infrange nell’acqua. Si scopre, infatti, che la macchina narrativa e melodica che procede per passaggi essenziali, è solo una delle tante anime di questo bel disco.
I quattro che lo accompagnano, alternandosi e incastrandosi, sono sulla buona via per cogliere questa eclatante scelta umanistica del loro leader: Michele Rabbia con i suoi innesti di elettronica dà sale e sapore all’opera, un distillato della vita con le sue avanguardistiche zone d’ombra e di luce; Alessandro Paternesi sfodera interiore allegrezza in ogni contatto, anche quando svolge, a perfezione, la funzione di destabilizzatore.
Non mancano momenti di puro svago, dove si condensano citazioni e rimandi (Dance Of Equality). Andrea Lombardini al basso elettrico, anche autore di un paio di brani, e Ross Sutherland Stanley all’Hammond completano il cast di grande capacità e, una volta valorizzato lo spessore di ogni compagno, non rimane al leader che dimostrare il suo segno: le sue linee sono morbide o aguzze, mistiche o velenose (in Alliasing Memories ne dà un esempio lampante), sempre screziate da intimi umori emotivi.
L’album è stato registrato e mixato da Stefano Amerio all’Artesuono Recording Studio di Cavalicco (Udine) tra il 3 e il 5 dicembre del 2012.
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