
I sogni segreti di Walter Mitty (The secret life of Walter Mitty, USA, 2013) di Ben Stiller, con Ben Stiller, Kristen Wiig, Shirley MacLaine, Adam Scott, Kathryn Hahn, Sean Penn
Sceneggiatura di Steve Conrad
1h 53’, commedia, 20th Century Fox, dal 19 dicembre al Cinema
Voto: 6 su 10
Chi ha amato il personaggio di Walter Mitty, nel celebre film “Sogni proibiti”, interpretato da Danny Kaye e magnificamente diretto da Norman Z. McLeod, si tenga lontano da questo film. Qualcuno dirà: “non si possono fare paragoni, sono due storie completamente diverse”. Vero, Ben Stiller non propone un remake della pellicola del 1947: parte dal breve racconto che ne ispirò la creazione, The Secret Life of Walter Mitty, scritto da James Thurbernel nel 1939, e ne sviluppa una trama originale. Tuttavia snatura sin da subito la poeticità del personaggio protagonista, il suo sognare a occhi aperti storie fantastiche e romantiche: il Mitty di Stiller “si incanta” in dei trip mentali dove l’accezione eroica viene vista in modo più fumettistico che sentimentale, conferendo una sensazione di distacco, lontananza, freddezza, che non fa bene al film. Cosa ancora più grave: decontestualizzando “il sognatore” dal mestiere di correttore di bozze/lettore di una casa editrice a quello di sviluppatore di negativi per la rivista “Life”, ne viene meno il senso, la coerenza, la portanza di questo personaggio.
Insomma, sin dai primi minuti si avverte che qualcosa non va e se ne ha la conferma nella parte centrale della pellicola: sbrodolata, lenta, esagerata nelle sue trovate, quella che in gergo popolare viene definita “un’Americanata”. A poco, inoltre, servono le comparsate di grandi attori, Shrley MacLaine e Sean Penn, usati male e in ruoli decisamente poco memorabili. Peccato. Unico fascino del film sono i bei luoghi, i bei paesaggi, le belle vedute in cui Stiller ambienta la sua fragile idea, incorniciata in un decoro grafico notevole ma che non è sufficiente a intrattenere lo spettatore, che esige storia, esige emozione oltre che divertimento. Tutte qualità rintracciabili in “Sogni proibiti”, che vi invitiamo a recuperare, per saggiare a pieno la veridicità di questa recensione!
Andrea Ozza
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