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“Sex Tape – Finiti in rete”, quanto è squallida questa commedia

Sex Tape – Finiti in rete (Sex Tape, Usa, 2014) di Jake Kasdan con Cameron Diaz, Jason Segel, Rob Lowe, Jack Black, Rob Corddry

Sceneggiatura di Kate Angelo, Jason Segel, Nicholas Stoller

Commedia, 1h 30′, Warner Bros. Entertainment Italia, in uscita l’11 settembre 2014

Voto: 2 su 10

Diciamolo francamente: non se ne può più di queste pseudo-commedie ridanciane che della matrice apatowiana (nel senso di Judd Apatow, il regista di 40 anni vergine e Molto incinta) hanno conservato solamente gli elementi grevi e più superficiali. L’ondata di filmacci tutti uguali e tutti brutti è inarrestabile, non uno che abbia una trama degna di essere considerata tale, non uno che abbia uno straccio di sceneggiatura, non uno che proponga un umorismo che riesca seppur minimamente a discostarsi dai soliti falli di gomma. Sex Tape, dell’un tempo promettente Jake Kasdan – figlio di cotanto Lawrence – è probabilmente tra i peggiori esempi della categoria.

“Dietro i candelabri”, dieci anni nella vita di Liberace: That’s Entertainment!

Dietro i candelabri (Behind the Candelabra, Usa, 2013) di Steven Soderbergh, con Michael Douglas, Matt Damon, Scott Bakula, Rob Lowe, Dan Aykroyd, Debbie Reynolds, Paul Reiser, Tom Papa, Bruce Ramsay, Jane Morris, Nicky Katt, Cheyenne Jackson, Mike O’Malley, Boyd Holbrook

Sceneggiatura di Richard LaGravanese, basato sul libro di memorie “Behind the Candelabra: My Life With Liberace” di Scott Thorson e Alex Thorleifson

Biografico, 1h 59′, HBO/01 Distribution, in uscita il 5 dicembre 2013

Voto: 7 su 10

Questa è la televisione americana (anzi, non è televisione, è HBO), che partecipa al più importante festival del cinema al mondo (Cannes, in concorso) e viene distribuito in sala. Ceneri sul capo a parte, Dietro i candelabri è il biopic che non ti aspetti, primo perché era arduo immaginarsi un regista freddo e radicale come Steven Soderbergh alle prese con l’effimero mondo di lustrini di uno dei personaggi più frivoli dello star system americano del secolo passato, secondo perché il quadro finale, oltre che impietoso, ha dell’inquietante.