“La tela del ragno” di Agatha Christie, il piacere della rappresentazione

La tela del ragno di Agatha Christie, traduzione di Edoardo Erba, regia di Stefano Messina, con Viviana Toniolo, Annalisa Dinola, Stefano Messina, Carlo Lizzani, Roberto Della Casa, Andrea Lolli, Claudia Crisafio, Elisa Dieusanio, Sebastiano Colla, Luca Marianelli e per la prima volta sulle scene Kataklò, scene di Alessandro Chiti, costumi di Isabella Rizza, musiche di Pino Cangiatosi, luci di Emiliano Baldini. In scena al teatro Vittoria di Roma dal 5 al 24 marzo 2013.

Voto D’Errico: 8 su 10

Voto Ozza: 7½ su 10

Come fu nella scorsa stagione con Trappola per topi, anche quest’anno la Compagnia Attori & Tecnici del Teatro Vittoria porta a segno una riduzione squisita di una commedia delle celebre giallista britannica Agatha Christie. In La tela del ragno, scritto nel 1954 per l’attrice Margaret Lockwood, le consuete (oseremmo dire, diaboliche) capacità narrative della regina del brivido, in grado di costruire un inestricabile mistery ad orologeria, sono ancora una volta messe al servizio di un vorticoso gioco delle parti, dove dilaga un sense of humour di sottile genialità.

In una splendida casa isolata nella campagna londinese, la bella Clarissa, seconda moglie del diplomatico Henry Hailshan Brown, fa una spiacevole scoperta: c’è un cadavere in biblioteca! Con l’aiuto di tre amici fidati, la donna tenta maldestramente di nascondere il corpo, ma quando arriva in casa la polizia, avvertita dell’omicidio da una misteriosa telefonata anonima, ha inizio la tessitura di una incredibile tela di bugie, inventate per nascondere una scomoda verità.

La disarmante perfezione della messa in scena farebbe impallidire anche lo spettatore più burbero, ed è forse proprio cotanta impeccabile ricercatezza a tirare il freno a un testo delizioso e, al contempo, irrimediabilmente lontano dallo stile del teatro italiano.

Peccato veniale (se non del tutto insignificante), in ogni caso, di una rappresentazione in cui il piacere e il divertimento della compagnia all’opera traspare dal primo all’ultimo secondo. Ed è un vero piacere lasciarsi travolgere da questa trama criminosa in cui niente è come sembra, brillante nel ritratto dei personaggi e infallibile in tutte le loro fantasiose argomentazioni. Non mancano irresistibili trovate di regia (vedere il cagnolino Kataklò per credere).

Un teatro di gran classe che sa farsi ricordare.

Giuseppe D’Errico

One Response to “La tela del ragno” di Agatha Christie, il piacere della rappresentazione

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