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“Nessuno muore”, otto personaggi in cerca d’amore… da soap

NESSUNO MUORE
Testo e regia Luca De Bei
con Andreapietro Anselmi, Maria Vittoria Argenti, Chiara Augenti, Michele Balducci, Federica Bern, Giulio Forges Davanzati, Alessandro Marverti, Arianna Mattioli

Scene: Lorena Curti e Valeria Mangiò
Costumi: Lalla Sabbatella
Videografia: Marco Schiavoni
Luci: Marco Laudando
Assistente alla regia: Maria Castelletto
Aiuto Regia: Lucrezia Lanza
Foto: Pietro Pesce

In scena al teatro della Cometa di Roma fino al 24 maggio 2015

Voto: 5 su 10

È molto spiacevole dover recensire in termini negativi l’ultimo lavoro di uno degli autori più amati e apprezzati del recente teatro contemporaneo. Luca De Bei, anche regista e interprete di grande sensibilità, affronta con Nessuno muore una sfida estremamente rischiosa e di certo apprezzabilissima: proporre un testo teatrale che si struttura in 15 scene, con 8 personaggi che, due alla volta, si affrontano in location diverse e in circostanze mai facili. Tanto di cappello al coraggio, in tempi in cui il teatro è popolato quasi esclusivamente da testi senza sostanza con un numero risicatissimo di protagonisti. Quest’ambizione, però, fa i conti da subito con la disorganicità, l’autoreferenzialità e soprattutto la banalità della trattazione.

“M.E.D.E.A. Big Oil”: e se la ricerca divenisse anch’essa prototipo?

M.E.D.E.A BIG OIL
testo e regia di Terry Paternoster
con gli attori del Collettivo InternoEnki: Maria Vittoria Argenti, Teresa
Campus, Ramona Fiorini, Chiara Lombardo, Terry Paternoster, Mauro
F. Cardinali, Gianni D’Addario, Donato Paternoster, Alessandro Vichi
produzione: Internoenki
disegno luci: Giuseppe Pesce
assistente tecnico: Ezio Spezzacatena
organizzazione: Anca Enache
grafica: Luca Longu
residenze artistiche: Teatro Bi.pop c/o Zona Rischio
Casal Bertone (Roma) – Teatro Sala Umberto (Roma)
In scena al Teatro Brancaccino di Roma fino al 30 marzo 2014

Voto: 6 su 10

Si parte dal suono. L’aria vibra, l’energia si propaga, dalla scena al pubblico e viceversa, attraverso un concertare di voci, che lavora nell’armonia come nella cacofonia, senza soluzione di continuità. Si passa poi alla composizione e allo studio della prossemica dei corpi in movimento: 9 anime, che si dimenano sul palco a ritmo di tamburello, nenie popolari e incisivi schiamazzi vernacolari. Questo è “M.E.D.E.A. Big Oil”, del collettivo Internoenki, spettacolo che ho ottenuto uno dei riconoscimenti più ambiti del teatro italiano, il Premio Scenario per Ustica.