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#arenaestiva: “Doppio amore”, un film di François Ozon, la recensione

Doppio amore (L’amant double, Francia, 2017) di François Ozon con Marine Vacth, Jérémie Renier, Jacqueline Bisset, Myriam Boyer

Sceneggiatura di François Ozon e Philippe Piazzo, liberamente tratto dal romanzo “Lives of the Twins” di Joyce Carol Oates

Thriller, 1h 47′, Academy Two, in uscita il 18 aprile 2018

Voto: 8½ su 10

La “provocazione”, secondo il vocabolario Treccani, consiste nell’eccitamento a reagire in modo irritato e violento a determinati atti, parole o comportamenti che, in alcuni casi, possono indurre a proposte erotiche. Al cinema, grandi maestri della macchina da presa ne hanno fatto una vera e propria missione, non solo per revitalizzare una narrazione canonica ma, soprattutto, per lasciare di stucco il pubblico che, di volta in volta, usciva dalla sala elettrizzato o infastidito. Senza voler scavare troppo nel parterre degli autori di nicchia (da Michael Powell a John Waters), è sufficiente rivolgere uno sguardo più attento alla filmografia dell’imprescindibile Alfred Hitchcock per rendersi subito conto di quanto questa peccaminosa prerogativa abbia reso, di fatto, essenziali, nell’economia del linguaggio cinematografico, opere straordinariamente innovative come Vertigo e Psycho, solo per citare i due casi più eclatanti in cui il feticismo e l’attrazione sessuale “provocano” reazioni incontrollabili tanto nei personaggi quanto negli spettatori. Non ultimo, Provocazione è il titolo di uno dei rari film non pornografici con Moana Pozzi. 

“Frantz”, Ozon e il potere salvifico della menzogna in un grande melò

Frantz (id, Francia, 2016) di François Ozon con Paula Beer, Pierre Niney, Ernst Stötzne, Marie Gruber, Yohann von Bülow, Anton von Lucke, Cyrielle Clair, Alice de Lencquesaing

Sceneggiatura di Philippe Piazzo, François Ozon

Drammatico, 1h 52’, Academy Two, in uscita il 22 settembre 2016

Voto: 8½ su 10

Cineasta mai banale, spesso affascinato dal mezzo cinematografico inteso come mistificazione del reale e “meravigliosa menzogna”, François Ozon porta a compimento nella sua ultima opera Frantz, in concorso all’ultimo Festival di Venezia, il percorso che lega indissolubilmente l’idea del racconto con l’espediente della bugia. Lo fa in un melodramma a sfondo bellico, di struggente eleganza formale, incastonato in un bianco e nero abbagliante che solo sporadicamente si apre a squarci di vita a colori, liberamente ispirato al film di Ernst Lubitsch Broken Lullaby, a sua volta tratto da una piéce teatrale di Maurice Rostand.

“Una nuova amica”, la teorica dei generi di François Ozon

Una nuova amica (Une nouvelle amie, Francia, 2014) di François Ozon con Romain Duris, Anaïs Demoustier, Raphaël Personnaz, Isild Le Besco, Aurore Clément

Sceneggiatura di François Ozon

Drammatico, 1h 47′, Officine Ubu, in uscita il 19 marzo 2015

Voto: 7½ su 10

Il cinema contemporaneo è sempre meno stimolante, quindi sia lodato sempre un regista originale e raffinato come François Ozon che, ha ogni nuova sortita sul grande schermo, non manca mai di generare stupore e dibattito. Dopo la lolita borghese di Giovane e bella, è la volta di Una nuova amica, liberamente tratto dal racconto “The New Girlfriend” di Ruth Rendell e perfetto ultimo arrivato in un filone che ama giocare con i generi, siano essi cinematografici o di specie.

“Giovane e bella”, un miracolo di leggerezza, Ozon colpisce

Giovane e bella (Jeune et jolie, Francia, 2013) di François Ozon, con Marine Vacth, Geraldine Pailhas, Frederic Pierrot, Fantin Ravat, Johan Leysen, Charlotte Rampling

Sceneggiatura di François Ozon

Drammatico, 1h 34′, BiM Distribuzione, in uscita il 7 novembre 2013

Voto: 7½ su 10

Come sempre quando si parla di François Ozon, anche questa sua ultima opera, presentata in concorso all’ultimo Festival di Cannes, non ha mancato di suscitare scandalo e discussioni. Un’adolescente bella e agiata si prostituisce: le premesse erano delle peggiori. Con un simile materiale era facile partorire un obbrobrio familista o, peggio, moralista. Gli ingredienti per stuzzicare la pruderie del ceto medio ci sono tutti, ma non è che l’esca per mettere con le spalle al muro il pubblico.

“Nella casa”, Ozon e l’interno famigliare borghese tra scrittura e apparenze

Nella casa (Dans la maison, Francia, 2012) di François Ozon, con Fabrice Luchini, Ernst Umhauer, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Denis Ménochet, Bastien Ughetto

Sceneggiatura di François Ozon, dalla pièce teatrale “Il ragazzo dell’ultimo banco” di Juan Mayorga

Drammatico, 1h 45’, BiM Distribuzione, in uscita il 18 aprile 2013

Voto: 7½ su 10

Autore mai banale o prevedibile, spesso irritante per spocchia o lezio, ma capace di diaboliche sottigliezze psicologiche, François Ozon ci accompagna, con questa sua ultima opera, nel magmatico territorio della narrazione a più strati, in un raffinato gioco di specchi dove è facile smarrirsi tra le apparenze, tutt’altro che scontate, di un racconto in cui lo spettatore diventa (in)consapevole complice.