Tag Archives: Caleb Landry Jones

“Barry Seal – Una storia americana”, un film di Doug Liman, la recensione

Barry Seal – Una storia americana (American Made, Usa, 2017) di Doug Liman con Tom Cruise, Domhnall Gleeson, Sarah Wright, E. Roger Mitchell, Jesse Plemons, Caleb Landry Jones, Jayma Mays

Sceneggiatura di Gary Spinelli

Thriller, 1h 55′, Universal Pictures International Italy, in uscita il 14 settembre 2017

Voto: 6 su 10

Classica parabola di ascesa e caduta dell’americano medio che si è fatto da solo (già, ma come?), l’ultimo film di Doug Liman (The Bourne Identity, Edge of Tomorrow) prende la storia vera di Barry Seal, narcotrafficante convertito nell’era Reagan, per servire a Tom Cruise un veicolo a tutto tondo in cui far sfoggio della sua proverbiale spacconeria: è Barry Seal – Una storia americana (ma l’originale American Made cade a pennello), action comedy fanta-biografico realizzato ad hoc per non scontentare i fan dell’attore di Top Gun (che mostra fugacemente anche il sedere per ben due volte, tanto è alto l’entusiasmo per l’operazione) e soprattutto quel pubblico cresciuto a pane e serie tv sui traffici di droga degli anni Ottanta e Novanta.

Venezia74: “Three Billboards outside Ebbing, Missouri”, un film di Martin McDonagh, la recensione

Three Billboards outside Ebbing, Missouri (id, GB/Usa, 2017) di Martin McDonagh con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish, Lucas Hedges, Željko Ivanek, Caleb Landry Jones, Clarke Peters, Samara Weaving, John Hawkes, Peter Dinklage

Sceneggiatura di Martin McDonagh

Drammatico, 2h 01′, 20th Century Fox

Voto: 8½ su 10

Non c’è pace per una madre in cerca di giustizia nel terzo film di Martin McDonagh, autore inglese già apprezzato in patria per una serie di importanti testi teatrali, nonchè regista di un cortometraggio Premio Oscar (Six Shooter, 2005) e di due opere per il cinema che hanno saputo distinguersi nel panorama di genere (In Bruges, 2008, e 7 Psicopatici, 2012). Ma è con Three Billboards outside Ebbing, Missouri, che firma il suo lavoro migliore, quello in cui conferma la piena maturità artistica, sia da un punto di vista di estetica che di poetica cinematografica.

#arenaestiva: “Scappa – Get Out”, un film di Jordan Peele, la recensione

Scappa – Get Out (Get Out, Usa, 2017) di Jordan Peele con Daniel Kaluuya, Allison Williams, Bradley Whitford, Catherine Keener, Caleb Landry Jones, Stephen Root

Sceneggiatura di Jordan Peele

Horror, 1h 43’, Universal Pictures International Italy, in uscita il 18 maggio 2017

Voto: 7½  su 10

Immaginiamo una situazione narrativamente progressista come quella alla base di Indovina chi viene a cena e supponiamo che a dirigerla possa esserci un nuovo Samuel Fuller: potrebbe venirne fuori Scappa – Get Out, l’esordio registico dell’attore comico e sceneggiatore Jordan Peele, uno dei maggiori incassi della stagione indipendente americana (160 milioni di dollari a fronte di poco più di 4 di budget) e tra le produzioni meglio riuscite della prolifica Blumhouse. Il film è un sorprendente ibrido di horror e satira sociale, a metà strada tra le atmosfere distopiche della Fabbrica delle mogli e quelle dei film di Larry Cohen o di Cane bianco di Samuel Fuller (giustappunto), nato sull’onda delle tensioni che non hanno mai smesso di essere alimentate negli Stati Uniti tra wasp e comunità afroamericana, specie con l’entrata in scena di Trump.