“Barboni”, una favola metropolitana

Titolo: Barboni
Di Maricla Boggio
Regia di Mario Prosperi
Con Mario Prosperi, Paola Sebastiani, Gino Nardella, Roberto Zorzut, Beatrice Messa, Gabriele Granito.
Musica dal vivo con il violino di Iris Walther.
Teatro Sala Uno di Roma fino al 21 aprile

Voto: 6 su 10

Noia? Necessità? Anticonformismo? Stile di vita? Ribellione sociale? Che cosa si nasconde dietro la scelta di vivere come barboni? Ma poi, si tratta davvero di una scelta? Questi gli interrogativi portati in scena in Barboni: favola metropolitana, commedia scritta da Maricla Boggio e diretta da Mario Prosperi.

Storie di vita. C’è Giovanni detto “Internet” (Gino Nardella) costretto alla natura di clochard a causa di un licenziamento; c’è Babbo Natale, barbone da generazioni (interpretato da Roberto Zornut, uno dei migliori in scena); c’è la giovane Emma (Beatrice Messa), in fase di ribellione; c’è un giovane volontario della Caritas (Gabriele Granito) e una misteriosa suora benevola. E poi ci sono Eddy detto il Principe (Mario Prosperi), e Gloria (Paola Sebastiani), il cui passato comune sembra essere motore scatenante dell’intera vicenda, che si snoda, infatti, attraverso le vite di questi barboni, costretti ad alloggi di fortuna. Ma Gloria e il Principe hanno in serbo molte sorprese.

Ogni personaggio possiede un tratto caratteriale (e una cadenza dialettale) che gli corrisponde, anche se le particolarità di ogni clochard sono trattate – fatta eccezione per Prosperi e Zornut – in maniera un po’ superficiale.

Storie d’amore. Come quella, telefonata e banale, fra Gabriele ed Emma, o fra Eddy e Gloria. Per la serie “due cuori e una casetta di cartone”. Storie che, se da un lato fanno sognare, dall’altro si discostano troppo dalla ben più triste vita a cui i barboni sono costantemente sottoposti: incendi, maltrattamenti, emarginazione sociale.

Non vi è dubbio che l’idea di vivere come barboni, mescolarsi fra loro, a scopo puramente benefico e di reintegrazione nella società, è sicuramente fatto nobile, com’è “nobile” chi tenterà di metterlo in atto. Ma la realtà purtroppo è diversa.

Ben vengano le favole metropolitane che ci fanno sperare in un mondo migliore, le “opere da due soldi” – però al contrario – come questa; ma una cosa è certa: non è sicuramente la libertà il motivo scatenante che costringe una persona a vivere come barbone.

Angela Di Giacomantonio 

One Response to “Barboni”, una favola metropolitana

  1. […] (Teatro Sala Uno, Roma 13 – 21 aprile) Barboni di Enrico Bernard (SaltinAria, 15 aprile) “Barboni”, una favola metropolitana di Angela Di Giacomantonio (Critical Minds, 17 […]

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