“Vlad Dracula – Il musical”, uno spettacolo di Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara, la recensione

VLAD DRACULA – IL MUSICAL

di Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara

con Christian Ginepro, Arianna Bergamaschi, Giorgio Adamo, Marco Stabile, Chiara Vergassola, Valentina Naselli e Antonio Melissa

scritto da Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara

musiche di Simone Martino, Ario Avecone e Manuela Scotto Pagliara, Scenografie Michele Lubrano Lavadera e Ario Avecone, Costumi Myriam Somma, Luci Alessandro Caso

Produzione WORKINMUSICAL

Regia di Ario Avecone

In scena al Teatro Brancaccio di Roma dal 24 Gennaio al 29 Gennaio 2023

Voto: 7 su 10

Vlad Dracula il musical era uno dei titoli più attesi di questa stagione, sia per la scelta del soggetto scenico, che ha sempre affascinato scrittori e registi, che per i tanti nomi noti del cast. A circa 15 anni dal Dracula Opera Rock con le musiche della PFM, era forte la curiosità per una nuova produzione che riportava in scena la storia del celebre conte vampiro nato dalla penna di Bram Stoker.

Iniziamo proprio dal cast. Viene mostrato fin da subito da parte di tutti un grande livello canoro e recitativo. Eseguite con precisione e intensità anche le linee melodiche più complesse. Non è così comune trovare tanto talento canoro in un unico spettacolo.

La regia è buona ma con scelte che non hanno facilitato la comprensione di alcuni passaggi né mantenuto un adeguato ritmo narrativo. L’effetto finale è stata una narrazione un po’ appiattita su uno stile noir-gothic.

Il copione è ben scritto ma, come la regia, si assesta su scelte piane e prive di sorprese. Anche i testi dei brani musicali sono di ottimo livello e ben armonizzati con la melodia. Peccato che però la qualità dell’audio e dell’equalizzazione non abbia consentito l’ascolto di una parte dei testi perché a volte sovrastati nel volume dalla musica.

Le musiche, alcune molto belle, sono ben orchestrate e danno allo spettacolo un forte carattere di opera pop. Un’attenzione in più alla varietà stilistica avrebbe consentito di “spezzare” il ritmo e godersi meglio le scene di maggior pathos emotivo.

Le luci hanno molto sostenuto la narrazione con disegni e fasci di luci che diventavano essi stessi scenografia; quest’ultima, al contrario, seppur funzionale alla narrazione, risultava di impatto alquanto debole visto l’uso di sole impalcature e scale mobili e proiezioni.

Lo spettacolo, nel complesso, è di buon livello, ma con qualche imperfezione che il tempo migliorerà.

Emanuele Tibelli

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