Loin des Hommes – Francia, 2014 di David Oelhoffen con Viggo Mortensen, Reda Kateb, Antoine Laurent, Angela Molina – IN CONCORSO
Da “L’ospite” di Albert Camus, inserito nella raccolta “L’esilio e il regno”. Nell’Algeria in guerra del 1954, un insegnante francese è incaricato di scortare un ribelle accusato di omicidio. Dovranno allearsi per sopravvivere al viaggio. Avventura bellica di impianto solido e grande respiro fotografico, con musiche di Nick Cave. Classicismo esistenziale leggermente ingessato nelle emozioni, con un ottimo Viggo Mortensen. Voto: 7
Jackie & Ryan – Usa, 2014 di Ami Canaan Mann con Katherine Heigl, Ben Barnes, Emily Alyn Lind, Clea Duvall, Sheryl Lee – ORIZZONTI
La figlia d’arte ci riprova (il papà è il grande Michael Mann) e porta al lido, qualche anno dopo Le paludi della morte, un dramma musicale fortemente incastonato in una certa cultura americana. Ryan è un cantante folk che gira l’America da randagio con il suo banjo, incontra Jackie, ex cantante country in lotta con l’ex marito per la custodia della figlia. La musica li unirà. Un film piccolo e sincero, ben raccontato e interpretato, che ha forse il limite di arrivare troppo tardi dopo operazioni simili come Once, Alabama Monroe e il Davis dei Cohen. Voto: 6½
The Cut – Germania, 2014 di Fatih Akin con Tahar Rahim, Simon Abkarian, Makram Khoury, Trine Dyrholm, Moritz Bleibtreu – IN CONCORSO
Un giovane armeno, sopravvissuto al genocidio del 1915 sotto l’impero ottomano, attraversa il mondo da Aleppo all’Avana fino al Nord Dakota per ritrovare le sue figlie. Grande kolossal in costume a cavallo di luoghi ed epoche, forte di una confezione di lusso e di un protagonista eccezionale come Tahar Rahim. Sceneggiatura di stampo classicissimo, ispirata a una storia vera, che eccede in retorica ma conserva un’invidiabile capacità di racconto in oltre due ore di spettacolo. Voto: 7½
Hungry Hearts – Italia, 2014 di Saverio Costanzo con Adam Driver, Alba Rohrwacher, Roberta Maxwell – IN CONCORSO
Trasposizione del romanzo di Marco Franzoso “Il bambino indaco”. L’italiana Mina molla tutto per sposare l’americano Jude. A New York, crescerà il bambino appena nato secondo un’ideologia salutista che sfiora la follia: nessun cibo di provenienza animale, minimo contatto con l’inquinamento esterno, solo oli purificanti e luci soffuse. Il bimbo deperisce e Jude lo rapisce. Il cinema di Saverio Costanzo osa, in un periodo di omologazione straziante delle nostre produzioni. Inizio memorabile da commedia romantica in una toilette di un ristorante cinese, prosecuzione sempre più ossessiva e morbosa nei meandri di un incubo famigliare che il regista conduce con grottesca perfidia. Il film che mancava, fortemente radicato nella contemporaneità urbanizzata. Voto: 8
Giuseppe D’Errico
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