La jalousie (id, Francia, 2013) di Philippe Garrel, con Louis Garrel, Anna Mouglalis, Rebecca Convenant
Sceneggiatura di Philippe Garrel, Caroline Deruas, Arlette Langmann, Marc Cholodenko
Drammatico, 1h 17′
Voto: 6 su 10
Louis è un attore squattrinato e con figlia, Claudia è la sua nuova compagna, anche lei attrice ma senza lavoro da tempo. I due si tradiscono silenziosamente: sarà lei a dare una svolta al rapporto. Garrell trasferisce sul grande schermo una vicenda di famiglia (è la storia di suo padre e della donna che lo fece impazzire di gelosia), con una freschezza che da tempo sembrava aver perso. Nel film, però, avviene anche un irrisolto corto circuito tra passato che si riflette prepotentemente nel presente, senza la capacità ad adattarvisi. Atmosfere nostalgicamente nouvelle vague, bianco e nero d’ordinanza, attori belli e inquieti e il particolare sentore di un cinema distante, che se la canta e se la suona. In Concorso.
Sacro GRA (id, Italia, 2013) di Gianfranco Rosi
Documentario, 1h 33′
Voto: 7½ su 10
Il frutto di tre anni di lavoro di riprese e ricerche attorno al Grande Raccordo Anulare, la grande autostrada urbana che circonda Roma. Attorno all’anello varia umanità. Documentario fuori dal genere, riesce a ottenere da un racconto corale un ritratto autentico della società italiana. Assemblaggio straordinario di volti e storie, e una sensibilità fotografica rara. In Concorso.
La prima neve (id, Italia, 2013) di Andrea Segre, con Jean-Christophe Folly, Matteo Marchel, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Roberto Citran
Sceneggiatura di Marco Pettenello, Andrea Segre
Drammatico, 1h 45′
Voto: 6 su 10
In un paesino tra le montagne del trentino, un immigrato africano fa amicizia con un bambino che ha da poco perso il padre. C’è indubbiamente del pudore nel trattare un racconto di formazione che ben si presterebbe a facili stereotipi. Che non mancano (l’amico di famiglia bontempone, la mamma in cerca di avventure) ma si lasciano accettare tra le pieghe di una sceneggiatura attenta ai suoi protagonisti e grazie a una regia piana e limpida come i paesaggi che ritrae. Orizzonti.
The Reunion (Återträffen, Svezia, 2013) di Anna Odell, con Anna Odell, Anders Berg
Sceneggiatura di Anna Odell
Commedia, 1h 28′
Voto: 6½ su 10
Durante una riunione di classe, Anna accusa i suoi ex compagni di averla sistematicamente e appositamente offesa, umiliata e ghettizzata. La cena si risolverà in un completo disastro, ma la prospettiva cambia quando si scopre che abbiamo assistito a una finzione, e che la protagonista, una famosa artista in patria, ha intenzione di mostrare il film ai veri personaggi, colpevoli di non averla invitata affatto alla riunione. Realtà e immaginazione si confondono in una gustosa vendetta di classe che la Odell, però, non riesce a mantenere entro i limiti di un ostentato, ma giustificabile, narcisismo. Settimana della critica.
Las analfabetas (id, Cile, 2013) di Moisés Sepulvéda, con Paulina Garcìa, Valentina Muhr
Sceneggiatura di Moisés Sepulvéda, dal testo teatrale di Pablo Peredes
Drammatico, 1h 13′
Voto: 6½ su 10
La cinquantenne Ximena vive da sola, cercando di nascondere a tutti il proprio imbarazzante analfabetismo. Una giovane insegnante disoccupata le offre delle lezioni. L’evidente origine teatrale non limita troppo l’evoluzione melodrammatica di un’amicizia al femminile che si poggia con forza sulle bellissime interpretazioni delle due attrici protagoniste. Amabile e toccante, ma mai davvero convinto. Settimana della critica.
Moebius (id, Corea del Sud, 2013) di Kim Ki-duk, con Cho Jae-hyun, Seo Youn-ju, Lee Eun-woo
Sceneggiatura di Kim Ki-duk
Grottesco, 1h 30′
Voto: 2 su 10
Marito fedifrago scampa a un tentativo di evirazione da parte della moglie che, non contenta, taglia il pene del figlio. Lei fugge, il ragazzo non si consola, e papà decide di fargli dono del suo membro, consolandosi con orgasmi di dolore. La tragedia evolve sempre più in un paradossale grottesco della vita persa senza uccello. Sono questi i risultati degli osanna prematuri: Kim Ki-duk si è bevuto il cervello e porta in scena un’ilare schifezza che sfida ogni comune senso del buon gusto. Nessun brivido di orrore per le immagini mostrate, solo per la straordinaria mancanza di senso del tutto. E che nessuno provi a propinarci la manfrina dell’abbattimento dei tabù: Banfi e la Fenech sul divano a pomiciare allegramente erano ben più rivoluzionari. Fuori Concorso.
Les terrasses (Es-stouh, Algeria, 2013) di Merzak Allouache, con Adila Bendimerad, Nabil Asli
Sceneggiatura di Merzak Allouache
Drammatico, 1h 34′
Voto: 6 su 10
Ad Algeri, le vite di molte persone si sfiorano e si incrociano su cinque terrazzi di altrettanti palazzi del quartiere popolare Bab El-Oued, tra malavita, segreti di famiglia e ribellione giovanile. Costruzione corale per un ritratto intenzionalmente brutale dell’Algeria contemporanea, dove l’unica forma di predominio resta la violenza. Lo sforzo di scrittura resta limitato da qualche stereotipo di troppo (fastidioso l’episodio dei filmakers assassinati) e dalla discutibile credibilità dell’evolversi di ogni singola vicenda, resta inalterata l’urgenza dell’operazione. In Concorso.
Giuseppe D’Errico
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