The Master (id, Usa, 2012) di Paul Thomas Anderson con Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Laura Dern, Ambyr Childers, Rami Malek, Kevin J. O’Connor
Soggetto e sceneggiatura di Paul Thomas Anderson
Drammatico, 2h 17′, Lucky Red Distribuzione, in uscita il 3 gennaio 2013
Presentato In Concorso alla 69a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Leone d’Argento per la Miglior Regia, Coppa Volpi ex aequo per la Miglior Interpretazione Maschile a Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman
Voto: 8½ su 10
Il film che più ha fatto discutere all’ultimo Festival di Venezia, dove ha vinto il premio per la miglior regia e quello per i due attori protagonisti, Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman. Straordinaria epopea sociale sulle “sette” religiose o deludente scontro tra solitudini inutilmente rivoluzionarie? Senza dubbio, un grande film sull’America e sulle sue illusioni.
Nei primi anni ’50, a ridosso della seconda guerra mondiale, Freddie Quell (Joaquim Phoenix), un ex marinaio dalla psiche problematica, entra per caso nelle stime di un medico-filosofo, Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman), leader carismatico di una congregazione di adepti a un nuovo credo che tende a superare i naturali limiti umani per elevarsi alla libertà primigenia. Ne scaturirà un rapporto maestro-allievo nel quale le contraddizioni del primo verranno messe drammaticamente in discussione dalla disperazione ribelle del secondo.
Ancora una volta, Paul Thomas Anderson, dopo opere come Magnolia e Il petroliere, si serve di un racconto esemplare per indagare le fragilità e l’inesauribile ricerca di certezze di un paese dalle mille ombre, che cercava di rimarginare la ferita bellica anche attraverso la magnifica menzogna di un venditore di fumo agghindato a guida salvifica.
Solo idealmente ispirato alla biografia di L. Ron Hubbard, capo fondatore della setta di Scientology, il film è in realtà un poderoso melodramma al maschile che scruta ossessivamente il rapporto tra Dodd, un patetico imbonitore di saggezza incapace di mantenere le redini del suo discorso (centrale, in tal senso, il personaggio della moglie Peggy, interpretata da Amy Adams), e Quell, un derelitto disturbato e disperato, ossessionato dal sesso e dall’alcol e che sfugge ai suoi demoni con la violenza; il tormentato legame tra i due protagonisti, ai limiti del morboso, e la loro incessante convinzione di potersi cambiare a vicenda, è l’elemento più potente del film, capace di proiettare chi assiste in un antro di oscuri territori della mente dove il reale cede facilmente il passo al plagio.
Il rischio di cozzare accidentalmente nel frammentario è sempre dietro l’angolo, tuttavia The Master colpisce per le caratterizzazioni psicologiche monumentali, perfettamente riflesse nelle complesse prove dei tre magnifici interpreti (impressionante la foga animalesca di Phoenix) e in un apparato visivo tanto magniloquente quanto indispensabile a rendere l’ineluttabile costrizione della psiche in una dimensione suggestionata dalla ricerca di risposte.
Da non perdere.
Giuseppe D’Errico
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