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Venezia75 – Concorso: “The Favourite – La favorita”, un film di Yorgos Lanthimos, la recensione

The Favourite – La favorita (The Favourite, GB/Irlanda/Usa, 2018) di Yorgos Lanthimos con Emma Stone, Rachel Weisz, Olivia Colman, Nicholas Hoult, Joe Alwyn

Sceneggiatura di Deborah Davis, Tony McNamara

Commedia, 2h, 20th Century Fox, in uscita a gennaio 2019

Voto: 8½ su 10

Rivalità e inganni tutti al femminile nella corte d’Inghilterra d’inizio Settecento: è The Favourite, terza sortita fuori dal suolo patrio per il greco Yorghos Lanthimos, che, nel giro di una manciata di anni, è riuscito ad assicurarsi un posto di tutto rispetto nel panorama degli autori più interessanti del momento. Per la prima volta, il regista dirige su commissione un copione non suo, tratto dallo spettacolo radiofonico Balance of Power dell’inglese Deborah Davis che l’australiano Tony McNamara ha riadattato per lo schermo. Libero da polemiche distopiche, pesanti sottotesti allegorici e richiami vari alla letteratura tragica, Lanthimos firma un trionfo di crudeltà muliebre in costume (magnifici, della veterana Sandy Powell) che unisce il gusto della narrazione a un’entusiasmante capacità di esaltare gli umori vetriolici della vicenda con un’estetica immersiva di strordinario effetto.

#arenaestiva: “Il sacrificio del cervo sacro”, un film di Yorgos Lanthimos, la recensione

Il sacrificio del cervo sacro (The Killing of a Sacred Deer, Irlanda/Usa/GB, 2017) di Yorgos Lanthimos con Colin Farrell, Nicole Kidman, Barry Keoghan, Raffey Cassidy, Sunny Suljic, Bill Camp, Alicia Silverstone

Sceneggiatura di Yorgos Lanthimos, Efthymis Filippou

Drammatico, 2h 01′, Lucky Red, in uscita il 28 giugno 2018

Voto: 6 su 10

La provocazione è un’arma a doppio taglio che non sempre riesce a imporsi in tutta la sua auspicabile dirompenza al cinema; spesso, il rischio è la banalizzazione e il ridicolo involontario. Tra i molti registi contemporanei, soprattutto europei, che tentano nuovi approcci alla narrazione c’è il greco Yorgos Lanthimos che, dopo gli interessanti esordi in patria con Dogtooth e Alps, nel 2015 si era fatto notare a livello internazionale con il curioso e involuto The Lobster, una stimolante riflessione sulla solitudine umana, sui toni del grottesco distopico, che quasi costringeva a una sospensione del giudizio data la sproporzione evidente tra le potenzialità dell’assunto di base e le conclusioni vaghe e confuse. Il sacrificio del cervo sacro, sua ultima opera prima dell’atteso The Favourite (in gara a Venenzia75), segna un passo indietro rispetto alle ambizioni provocatorie del film precedente, non solo per l’assenza di quella stessa originalità, ma soprattutto perché il peso della provocazione è sterile e risaputo.

“The Lobster”, un film di Yorgos Lanthimos, la recensione

The Lobster (id, Grecia/Irlanda/Francia/GB/Olanda, 2015) di Yorgos Lanthimos con Colin Farrell, Rachel Weisz, Lèa Seydoux, John C. Reilly, Ben Whishaw, Jessica Barden, Olivia Colman

Sceneggiatura di Yorgos Lanthimos, Efthymis Filippou

Grottesco, 1h 58′, Good Films, in uscita il 15 ottobre 2015

Voto: 6 su 10

Ai più il nome di Yorgos Lanthimos non dirà molto, ma il pubblico meno affine al multiplex lo ricorderà per alcune bizzare pellicole “da festival” come Dogtooth e Alps. Con The Lobster, premio della giuria a Cannes 2015, il regista greco ritorna ad affrontare temi a lui cari, come solitudine e affettività nelle loro molteplici declinazioni, nuovamente in chiave surreale e grottesca, ma per la prima volta all’interno di una ricca produzione internazionale. Vero è anche che i film di Lanthimos non sono mai banalmente collocabili in un genere, nè godono di formule narrative canoniche: partendo da un’apologia, almeno sulla carta, irresistibile e densa di chiavi di lettura, si arriva poi a sviluppi che, di fatto, abbandonano malamente il discorso di partenza.