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Venezia75 – Concorso: “Napszállta – Tramonto”, un film di László Nemes, la recensione

Napszállta – Tramonto (Napszállta, Ungheria/Francia, 2018) di László Nemes con Juli Jakab, Vlad Ivanov

Sceneggiatura di László Nemes, Clara Royer, Matthieu Taponier

Drammatico, 2h 22′, Movies Inspired

Voto: 5½ su 10

Chiariamolo subito: la visione di Napszállta, opera seconda dell’acclamato László Nemes, il giovane regista ungherese allievo di Béla Tarr e vincitore del Premio Oscar per il folgorante Il figlio di Saul, è tra le cose più ostiche e frustranti della competizione ufficiale di Venezia75, dove era in assoluto tra i film più attesi dai cinefili. Pesantemente simbolico e caratterizzato da un’inintellegibile progressione narrativa, l’opera vuole essere una poderosa metafora dell’Europa che insorge contro l’ancien régime, nel momento di massima tensione tra nazioni in procinto di addentrarsi nell’incubo della Grande Guerra. Ma farsi spazio, assieme alla protagonista, nel magma infernale degli eventi non è impresa facile, specie se la ricerca di risposte è lasciata costantemente e impunemente inevasa.

“Il caso Kerenes”: Netzer e il suo Orso d’Oro

Il caso Kereses (Child’s Pose, Romania, 2013) di Calin Peter Netzer, con Luminita Gheorghiu, Bogdan Dumitrache, Ilinca Goia, Natasa Raab, Florin Zamfirescu, Vlad Ivanov.

Soggetto e Sceneggiatura: Razvan Radulescu, Calin Peter Netzer

Durata 1h52’, Distribuzione Teodora Film, in sala dal 13 giugno 2013

Vincitore dell’Orso d’oro e del Premio della Critica Internazionale al 63° Festival di Berlino

Voto: 8 su 10

Il caso Kerenes è un film duro, coraggioso e sincero: con dei tempi antitetici a quelli televisivi (e che solo il cinema si può permettere), il regista Calin Peter Netzer ci prende per mano e ci introduce nel macromondo della società borghese romena, denunciandone la corruzione e l’arroganza degli atteggiamenti, per poi discendere nel microcosmo della famiglia protagonista, trasformandoci in voyeur di un rapporto ossessivo madre-figlio.