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Venezia78 – Concorso: “Qui rido io”, un film di Mario Martone, la recensione

Qui rido io (Italia, 2021) di Mario Martone, con Toni Servillo, Maria Nazionale, Eduardo Scarpetta, Cristiana dell’Anna, Gianfelice Imparato, Lino Musella, Iaia Forte

Sceneggiatura di Mario Martone e Ippolita di Majo

Biografico, 2h 12’, 01Distribution, in uscita il 9 settembre 2021

Voto: 8 su 10

Un bel film. Nulla da eccepire a quest’ultimo lavoro di Mario Martone che torna a lavorare sui temi del Teatro, con la T maiuscola, che gli si addicono a pieno titolo, essendo lui stesso un esponente importante del nostro teatro Italiano. Come nel suo bel Teatro di guerra del 1998, Martone sviscera tutto il suo amore per l’arte del palcoscenico, omaggiando una famiglia davvero importante di teatranti, capocomici e, soprattutto, autori: quasi verrebbe da usare il termine dinastia. Perché sono riusciti a tramandarsi l’arte per decenni, raggiungendo vette d’eccellenza che hanno permesso, soprattutto alla drammaturgia italiana, di farsi conoscere in tutto il mondo (Eduardo De Filippo su tutti).

“La ragazza nella nebbia”, un film di Donato Carrisi, la recensione

La ragazza nella nebbia (id, Italia/Francia/Germania, 2017) di Donato Carrisi con Toni Servillo, Alessio Boni, Michela Cescon, Galatea Ranzi, Lorenzo Richelmy, Jean Reno, Lucrezia Guidone, Daniela Piazza, Ekaterina Buscemi, Greta Scacchi, Jacopo Olmo Antinori, Antonio Gerardi

Sceneggiatura di Donato Carrisi, dal suo romanzo omonimo (ed. Longanesi)

Thriller, 2h 07′, Medusa, in uscita il 26 ottobre 2017

Voto: 2 su 10

La ragazza nella nebbia, trasposizione dell’omonimo best seller di Donato Carrisi, che ha anche scritto e diretto il film, è l’emblema di tutto ciò che di più deleterio il cinema italiano di oggi ha da offrire al suo pubblico. Ben inteso: Carrisi è uno dei nostri più apprezzati giallisti all’estero, abile artigiano di indagini a tinte fosche, che sanno come avvincere il lettore; ma la scrittura cinematografica è tutt’altra cosa rispetto alla stesura di un romanzo o alla narrazione televisiva. Questo suo film d’esordio denuncia tutti i limiti di una produzione condotta sull’onda della presunzione assoluta di poter portare a segno un thriller di spessore, senza minimamente considerare di avere a malapena i mezzi per una brutta fiction commerciale.

“Le voci di dentro”, il contemporaneo nella tradizione

Le voci di dentro 

di Eduardo De Filippo
regia Toni Servillo
scene Lino Fiorito
costumi Ortensia De Francesco
luci Cesare Accetta
suono Daghi Rondanini
aiuto regia Costanza Boccardi
con Toni Servillo, Peppe Servillo, Chiara Baffi, Betti Pedrazzi, Marcello Romolo, Gigio Morra, Lucia Mandarini, Vincenzo Nemolato, Marianna Robustelli, Antonello Cossia, Daghi Rondanini, Rocco Giordano, Maria Angela Robustelli, Francesco Paglino

voto: 8 su 10

Le parole si sono svuotate del proprio senso. Quel parlare senza dire niente, denunciato nel periodo post-bellico da un Eduardo-attore monologante/afasico, si è profeticamente realizzato. Le voci di dentro (1948), rimesso in scena da Toni Servillo, infatti, potrebbe essere un testo del tempo presente.

“La grande bellezza”, viaggio al termine della Roma ‘cafonal’

La grande bellezza (Italia, 2013) di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Luca Marinelli, Isabella Ferrari, Serena Grandi, Roberto Herlitzka, Giorgio Pasotti, Lillo Petrolo, Sonia Gessner, Anita Kravos, Ivan Franek, Massimo De Francovich, Massimo Popolizio, Anna Della Rosa, Giulio Brogi, Dario Cantarelli, Giorgia Ferrero, Franco Graziosi, Giovanna Vignola, Giusi Merli, Luciano Virgilio, Fanny Ardant

Soggetto e sceneggiatura di Paolo Sorrentino con Umberto Contarello

Drammatico, 2h 24’, Medusa, in uscita il 21 maggio 2013

In Concorso al 66° Festival del Cinema di Cannes 2013

Voto D’Errico: 8 su 10

Voto Ozza: 7 su 10

Voto Tomaselli: 7½ su 10

Lupa e vestale, aristocratica e stracciona, tetra e buffonesca. La Roma di Fellini, che con questi aggettivi descrisse Anna Magnani come simbolo ed emblema della città, non è più quella di un tempo. È peggiorata. “Nun me fido”, rispose Nannarella alla cinepresa di Federico, quasi a voler preservare il mistero di una bellezza eterna e fugace, che accompagna il tormento all’estasi. Oggi, quella bellezza si ritrova ad osservare, mesta come una vecchia diva al tramonto, il via vai per il nulla dell’umanità che inconsciamente la abita e la umilia.