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“La battaglia dei sessi”, un film di Jonathan Dayton e Valerie Faris, la recensione

La battaglia dei sessi (Battle of the Sexes, Usa, 2017) di Jonathan Dayton e Valerie Faris con Emma Stone, Steve Carell, Andrea Riseborough, Alan Cumming, Elisabeth Shue, Sarah Silverman, Bill Pullman, Austin Stowell, Natalie Morales

Sceneggiatura di Simon Beaufoy

Biografico, 2h 01′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 19 ottobre 2017

Voto: 7 su 10

Non è cosa rara che il cinema americano tenti di raccontare i cambiamenti socio-culturali della storia recente attraverso lo sport, forse l’unico vero aggregatore di massa dei nostri tempi: dal lontano Lassù qualcuno mi ama, con il giovane Paul Newman nei guantoni del pugile Rocky Graziano, fino a Invictus di Clint Eastwood e al più recente Race – Il colore della vittoria (ma gli esempi sarrebbero innumerevoli), il genere agonistico ha quasi sempre combaciato con il racconto di una vicenda biografica capace di veicolare un importante messaggio sociale, all’interno di un contesto storico di profondi mutamenti; all’abilità di scrittura e regia, poi, si demandava il compito di ammantare il tutto con la giusta dose di epica, tanto da rendere partecipe alle gesta degli atleti in campo anche lo spettatore più pigro.

“Un milione di modi per morire nel West”, parodia stanca e volgare

Un milione di modi per morire nel West (A Million Ways to Die in the West, Usa, 2014) di Seth MacFarlane con Seth MacFarlane, Charlize Theron, Liam Neeson, Amanda Seyfried, Neil Patrick Harris, Giovanni Ribisi, Sarah Silverman, Evan Jones, Christopher Lloyd, Ewan McGregor, Bill Maher, Jamie Foxx

Sceneggiatura di Wellesley Wild, Alec Sulkin, Seth MacFarlane

Commedia, 1h 56′, Universal Pictures International Italy, in uscita il 16 ottobre 2014

Voto: 5 su 10

Bei tempi andati, quelli di Mezzogiorno e mezzo di fuoco di Mel Brooks, una vera parodia del genere western che ne rigirava gli stereotipi per dar vita a gag geniali. Adesso l’epica della Monument Valley è piegata all’assunto “il West fa schifo!” da Seth MacFarlane, autore notevole per la tv americana (la serie animata I Griffin) ma assai più greve e banale nelle sortite cinematografiche, nonostante gli incassi stratosferici del dissacrante Ted, l’orsetto sporcaccione di due anni fa. Un milione di modi di morire nel West vorrebbe ridicolizzare sulla vita di frontiera di fine 800, ma non fa parodia di un genere, se mai lo usa a pretesto per una serie di situazioni comiche che volano molto basso.