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Venezia76 – Concorso: “Ema”, un film di Pablo Larraìn, la recensione

Ema (id, Cile, 2019) di Pablo Larraìn con Mariana Di Girolamo, Gael García Bernal, Santiago Cabrera, Giannina Fruttero, Catalina Saavedra, Eduardo Paxeco, Mariana Loyola

Sceneggiatura di Guillermo Calderón, Pablo Larraín, Alejandro Moreno

Drammatico, 1h 42’, Movies Inspired

Voto: 4 su 10

Funesto fu lo slittamento di produzione del secondo film americano di Larraìn, ora previsto per l’autunno, che ha dato modo al regista cileno di tornare nella madre patria, precisamente Valparaíso, per girare nel giro di sei settimane questo scombinato melodramma sessual-famigliare a ritmo di reggaeton. Era dai tempi del suo esordio con Fuga nel 2006 che Larraìn non tornava a raccontare una storia di finzione, dopo vari e acclamati tranche de vie storici e biografici in cui la verità passava sempre attraverso la lente deformante della politica. Dal suo ultimo film, il bellissimo Jackie, recupera l’idea di una donna ferita negli affetti e in procinto di iniziare una nuova vita da protagonista.

“Jackie”, un film di Pablo Larraín, la recensione

Jackie (id, Usa/Cile, 2016) di Pablo Larraín con Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig, John Hurt, Billy Crudup, Richard E. Grant, Caspar Phillipson, John Carroll Lynch, Beth Grant, Max Casella

Sceneggiatura di Noah Oppenheim

Biografico, 1h 40’, Lucky Red, in uscita il 23 febbraio 2017

Voto: 8½ su 10

Pablo Larraín è uno dei più interessanti e apprezzati giovani autori oggi in circolazione. Lo dimostrò sin dai tempi di Tony Manero e Post Mortem, per confermarlo poi con No – I giorni dell’arcobaleno. Ma la vera prova di un talento complesso e impegnato, fino al limite dell’intellettualismo, è arrivata con El Club, sul tema scomodo della pedofilia in famiglia, e soprattutto con Neruda, cervellotico ma affascinante e inconsueto biopic sul celebre poeta comunista in fuga dalla dittatura di Videla. Con Jackie, sua prima produzione statunitense, continua la sua opera di destrutturazione del genere biografico, a partire da un avvenimento cardine nell’esistenza del personaggio trattato.

“NO”, eccelso connubio di forma e contenuto

NO – I GIORNI DELL’ARCOBALENO” (“NO”, Cile,Francia,Usa 2012) di Pablo Larraìn, con Gael Garcìa Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegerz, Luis Gnecco, Marcial Tagle

Sceneggiatura: Pedro Peirano

Drammatico/Storico, BoleroFilm distribuzione, in uscita nelle sale il 9 maggio 2013

Voto: 8½ su 10

Il formato di questo splendido film non poteva essere altri che il 4:3. E così la sua definizione, quella del videotape analogico. Nei primi minuti di visione si ha l’impressione di trovarsi di fronte all’ennesimo filmetto che “omaggia” il manifesto Dogma o, peggio, a un trito e ritrito mockumentary. Nell’epoca della perfezione digitale, l’essere catapultati indietro in quella risoluzione a linee interallacciate (che sul grande schermo denuncia davvero tutti i suoi limiti) infastidisce non poco. Fin quando però non si inizia a intuire il machiavellico gioco architettato dal regista Pablo Larraìn