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Venezia76 – Orizzonti: “Pelican Blood”, un film di Katrin Gebbe

Pelican Blood (Pelikanblut, Germania/Bulgaria, 2019) di Katrin Gebbe con Nina Hoss, Katerina Lipovska, Murathan Muslu, Adelia-Constance Ocleppo

Sceneggiatura di Katrin Gebbe

Drammatico, 2h 01’

Voto: 4 su 10

Se si potesse considerare Pelican Blood unicamente per il ritratto di madre irriducibile che propone, allora non avremmo problemi a consegnare l’opera seconda della tedesca Katrin Gebbe, anche sceneggiatrice, agli annali del genere. Purtroppo, però, il film è anche altro, e non basta la strenue interpretazione della sempre eccellente Nina Hoss a farci desistere dal considerarlo altamente discutibile per come sceglie di declinare una storia, a dire il vero, non così originale.

RomaFF9: “La spia – A Most Wanted Man” di Anton Corbijn, sezione Gala

La spia – A most Wanted Man (A Most Wanted Man, GB/ Germania, 2014) di Anton Corbijn con Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Robin Wright, Willem Dafoe, Grigoriy Dobrygin, Nina Hoss, Daniel Brühl, Mehdi Dehbi

Sceneggiatura di Andrew Bovell, dal romanzo “Yssa il buono” di John le Carré (ed. Mondadori)

Spionaggio, 2h 01′, Notorious Pictures, in uscita il 30 ottobre 2014

Voto: 7 su 10

Trasporre un romanzo di John Le Carré sul grande schermo non è mai impresa semplice. Ci hanno provato fior di registi, da Martin Ritt (La spia che venne dal freddo del 1965 con Richard Burton) a Sidney Lumet (Chiamata per il morto, 1966) fino a George Roy Hill (La Tamburina, 1984, con Diane Keaton), Fred Schepisi (La casa Russia, 1990, con la coppia Connery-Pfeiffer) e John Boorman (Il sarto di Panama, 2000), con risultati decisamente alterni. E che dire dell’ultimo La talpa di Tomas Alfredson, a dir poco ostico? La Spia, dal best seller “Yssa il buono” del 2008, è il terzo film dell’olandese Anton Corbijn, fotografo e regista videomusicale tra i più talentuosi della nostra epoca, dopo l’imperdibile e misconosciuto Control, il biopic su Ian Curtis dei Joy Division, e il terribile scivolone con The American con George Clooney. L’adattamento è degno di nota, ma resta l’impressione che lo scrittore britannico non sia materia facilmente conciliabile col cinema.