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“Fino a qui tutto bene”, la fotografia più autentica degli ultimi trentenni

Fino a qui tutto bene (Italia, 2014) di Roan Johnson con Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D’Amico, Gugliemo Favilla, Melissa Anna Bartolini, Paolo Giommarelli, Isabella Ragonese

Sceneggiatura di Roan Johnson e Ottavia Madeddu

Commedia, 1h 20′, Microcinema, in uscita il 19 marzo 2015

Voto D’Errico: 7½ su 10
Voto Ozza: 9 su 10

Nel 2013, l’Università di Pisa chiese a Roan Johnson (Gli ultimi della lista) di realizzare un documentario sui giovani studenti ai tempi della crisi. Il risultato, invece che lamentoso e sconfitto, fu di rilancio e sfida. Altro che arrendersi: i ragazzi avevano voglia di rivalsa. Nasce così l’idea di raccontare la fine di quel periodo, quando lo scudo dello studio termina il suo compito e si comincia a fare i conti con un futuro che è solo incertezza. Il film, però, si è rifiutato di seguire la strada della produzione canonica, fatta di attese, promesse e soldi inesistenti, e come per i suoi protagonisti, ha deciso di perseverare sul percorso dell’autogestione. Risultato: la fotografia più autentica degli ultimi trentenni italiani come a nessuno era riuscito prima di scattare, forse proprio perché affrontata con le loro stesse armi e nelle loro medesime condizioni.

RomaFF9: “Fino a qui tutto bene” di Roan Johnson, sezione Prospettive Italia

Fino a qui tutto bene (Italia, 2014) di Roan Johnson con Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D’Amico, Gugliemo Favilla, Melissa Anna Bartolini, Paolo Giommarelli, Isabella Ragonese

Sceneggiatura di Roan Johnson e Ottavia Madeddu

Commedia, 1h 20′, Microcinema, in uscita il 6 novembre 2014

Voto D’Errico: 7½ su 10

Voto Ozza: 9 su 10

Nel 2013, l’Università di Pisa chiese a Roan Johnson (Gli ultimi della lista) di realizzare un documentario sui giovani studenti ai tempi della crisi. Il risultato, invece che lamentoso e sconfitto, fu di rilancio e sfida. Altro che arrendersi: i ragazzi avevano voglia di rivalsa. Nasce così l’idea di raccontare la fine di quel periodo, quando lo scudo dello studio termina il suo compito e si comincia a fare i conti con un futuro che è solo incertezza. Il film, però, si è rifiutato di seguire la strada della produzione canonica, fatta di attese, promesse e soldi inesistenti, e come per i suoi protagonisti, ha deciso di perseverare sul percorso dell’autogestione. Risultato: la fotografia più autentica degli ultimi trentenni italiani come a nessuno era riuscito prima di scattare, forse proprio perché affrontata con le loro stesse armi e nelle loro medesime condizioni.