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“Arancione”, uno spettacolo scritto e diretto da Fabrizio Colica, la recensione

ARANCIONE

di Fabrizio Colica

con Fabrizio Colica, Leonardo Bocci, Paola Michelini, Patrizia Loreti, Mauro Conte

regia di Fabrizio Colica con la collaborazione di Riccardo Sinibaldi

produzione Lea Production

In scena al Teatro Golden di Roma fino al 3 marzo

Voto: 8 su 10

Che succede se a un uomo mancasse la sincerità di riconoscersi per ciò che è, per sé e con gli altri, fino al punto di celare la verità attraverso la lente mistificante del pregiudizio retroattivo? Sì, effettivamente non è molto chiara come situazione; facciamo così: può esistere un invito a cena senza cena? Ecco, mutatis mutandis, la questione è analoga, ed è al centro di questa spassosa commedia queer, che segna l’esordio come autore e regista di Fabrizio Colica, il fratello riccio dell’ormai iconico duo comico capitolino “Le Coliche”.

RomaFF12 – Selezione Ufficiale: “Una questione privata”, un film di Paolo e Vittorio Taviani, la recensione

Una questione privata (Italia/Francia, 2017) di Paolo Taviani con Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy, Valentina Bellé, Anna Ferruzzo, Francesca Agostini, Jacopo Olmo Antinori, Josafat Vagni, Antonella Attili, Giulio Beranek, Mauro Conte, Guglielmo Favilla

Sceneggiatura di Paolo e Vittorio Taviani, dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio (Ed. Einaudi)

Drammatico, 1h 24′, 01 Distribution, in uscita il 1° novembre 2017

Voto: 4½ su 10

Per avere un’idea dell’importanza che Una questione privata di Beppe Fenoglio ha avuto non solo sulla letteratura italiana ma, soprattutto, sul processo di reinterpretazione storica della vicenda, basti pesnare che Italo Calvino lo definì il libro sulla Resistenza, l’opera che più di tutte aveva rappresentato l’esperienza partigiana nella sua essenza, al di là dei fatti. I decani del nostro cinema d’autore Paolo e Vittorio Taviani provano a tradurre per il grande schermo la complessa narrativa dell’autore albese, pagine fitte di memorie che rifuggono dal realismo per trovare nell’astrazione allegorica l’unica possibile via d’uscita per sopravvivere al ricordo bellico.