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“The Deuce – La via del porno”, una serie tv di David Simon e George Pelecanos, la recensione

THE DEUCE – LA VIA DEL PORNO

(The Deuce, Usa, 2016/19)

Una serie tv di David Simon e George Pelecanos  con James Franco, Maggie Gyllenhaal, Gbenga Akinnagbe, Chris Bauer, Gary Carr, Chris Coy, Dominique Fishback, Lawrence Gilliard Jr., Margarita Levieva, Emily Meade, Michael Rispoli, Luke Kirby

Regia di Michelle MacLaren, Ernest Dickerson, James Franco, Alex Hall, Uta Briesewitz, Roxann Dawson, Steph Green, Zetna Fuentes, Susanna White, Tricia Brock, Tanya Hamilton, Minkie Spiro

Drammatico, 3 stagioni, HBO Entertainment

Voto: 5½ su 10

La febbre da serial, specie negli ultimi anni in cui le piattaforme per la distribuzione on demand di contenuti televisivi si è moltiplicata a dismisura, sta facendo strage di soggetti cinematografici potenzialmente ottimi, stirando all’inverosimile del materiale narrativo che avrebbe potuto esprimersi al meglio in un’opera destinata al grande schermo. Tra le vittime più illustri di questa barbarie senza freni c’è sicuramente The Deuce, corredato da noi dal sottotitolo La via del porno. Il serial, ambientato non a caso nel frammento della Quarantaduesima strada di New York – tra la Sesta e l’Ottava – in cui criminalità e prostituzione dilagavano sul finire degli anni Sessanta e di lì a venire, si prefigge di tracciare un quadro fortemente caratterizzato di come l’industria del cinema pornografico abbia preso piede dai bassifondi per poi esplodere a fenomeno di massa.

“Sotto assedio – White House Down”, Emmerich torna al blockbuster patriottico

Sotto assedio – White House Down (White House Down, Usa, 2013) di Roland Emmerich, con Channing Tatum, Jamie Foxx, Maggie Gyllenhaal, Jason Clarke, James Woods, Richard Jenkins, Joey King, Michael Murphy

Sceneggiatura di James Vanderbilt

Azione, 2h 10’, Warner Bros Italia, in uscita il 26 settembre 2013

Voto: 6 su 10

Diamo a Emmerich quel che è di Emmerich: come le fa lui le americanate non le fa nessuno. Riesce a bilanciare con scaltrezza diabolica il senso del ridicolo e l’azione, sa catturarci con ruffianeria infernale nei territori retorici dell’eroe qualunque che salva la patria, è talmente trombone e spudorato nell’usare bandiere e bambini per cavar finte emozioni e lacrimucce familiari da disarmare completamente anche il critico più agguerrito.