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RomaFF11 – Preapertura: “American Pastoral”, un film di Ewan McGregor

American Pastoral (id, Usa, 2016) di Ewan McGregor con Ewan McGregor, Jennifer Connelly, Dakota Fanning, David Strathairn, Uzo Aduba, Valorie Curry, Molly Parker, Rupert Evans, Samantha Mathis, Hannah Nordberg, Ocean James

Sceneggiatura di John Romano, dal romanzo Premio Pulitzer “Pastorale americana” di Philip Roth (ed. Einaudi)

Drammatico, 1h 48’, Eagle Pictures, in uscita il 20 ottobre 2016

Voto: 6 su 10

Come si porta sul grande schermo uno dei romanzi più importanti dell’età contemporanea? Difficile dirlo ma, certo, servirebbe l’estro di un grande autore. Ciò che non è Ewan McGregor, per la prima volta dietro alla macchina da presa per l’improbo compito di dirigere la trasposizione cinematografica di Pastorale americana di Philip Roth, premio Pulitzer nel 1998 e aura mitica a renderlo inavvicinabile. L’attore protagonista di Trainspotting e Moulin Rouge, infatti, accettò di dirigere il progetto solo sulla scorta della sceneggiatura di John Romano, a suo dire estremamente commovente, leggendo solo in seguito il libro. Ma neanche Romano è un grande sceneggiatore (nel suo carnet, Come un uragano e The Lincoln Lawyer). Con tali premesse sarebbe stato un errore avere aspettative troppo alte, infatti American Pastoral non è il grande film che poteva essere e dispiace che una simile occasione sia stata così banalmente sciupata.

“Noah”, il kolossal biblico con l’anima d’autore ecologista

Noah (id, Usa, 2014) di Darren Aronofsky con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Anthony Hopkins, Ray Winstone, Emma Watson, Logan Lerman, Douglas Booth, Marton Csokas, Leo McHugh Carroll, Madison Davenport

Sceneggiatura di Darren Aronofsky e Ari Handel

Drammatico, 2h 18′, Universal International Pictures Italia/ Paramount Pictures, in uscita il 10 aprile 2014

Voto: 7 su 10

Dal regista di Requiem for a dream, The Wrestler e Il cigno nero, ora un kolossal biblico da 150 milioni di dollari. Certamente le perplessità c’erano e, a conti fatti, neppure troppo mal riposte. Darren Aronofsky, l’autore del corpo come carne, dell’ossessione come morte, alle prese con una breve storia epica narrata nella Genesi. A venirne fuori è uno spettacolare filmone hollywoodiano sulla creazione e il diluvio universale, con più di una concessione al nuovo gusto fantasy di matrice jacksoniana e al lirismo di massa resuscitato da Il Gladiatore. Da quest’ultimo riprende il protagonista Russell Crowe, che ci ricorda di essere ancora un grande attore, per il ruolo del prescelto Noé, chiamato da Dio a costruire un’arca prima che l’apocalisse divina distrugga il mondo.

“Storia d’inverno”, una fallimentare fiaba romantica da Akiva Goldsman

Storia d’inverno (Winter’s Tale, Usa, 2014) di Akiva Goldsman, con Colin Farrell, Jessica Brown Findlay, Jennifer Connelly, Eva Marie Saint, Russell Crowe, William Hurt, Will Smith, Matt Bomer, Kevin Durand, McKayla Twiggs, Ripley Sobo, Lucy Griffiths, Kevin Corrigan, Brenda Wehle

Sceneggiatura di Akiva Goldsman, dal romanzo omonimo di Mark Helprin

Fantasy, 1h 54′, Warner Bros. Pictures Italia, in uscita il 13 febbraio 2014

Voto: 4½ su 10

Bisogna diffidare di Akiva Goldsman, sceneggiatore di rara ruffianeria commerciale che, nella sua altalenante carriera, ha alternato riduzioni da solidi best seller (tra gli altri, Il cliente, Io sono Leggenda e il vituperabile Codice Da Vinci) a clamorosi tonfi (bastino Batman Forever e Lost in Space), fino all’Oscar per l’abile script di A Beautiful Mind, tratto anch’esso dal libro di Sylvia Nasur e con più di uno zampino del regista Ron Howard. Debutta ora alla regia con Storia d’inverno, oltre ad averlo prodotto e scritto, partendo dal romanzo fiume di Mark Helprin, nel tentativo di rinverdire il filone favolistico-sentimentale tanto caro al cinema di due decenni e più orsono.